Stipendio dei dirigenti Intel: se falliscono prendono meno

Intel stringe i cordoni della borsa. Lo stipendio dei dirigenti sarà maggiormente legato all'andamento dell'unità in cui lavorano. L'AD Brian Krzanich vuole motivare tutti a dare di più.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Se la barca affonda, affondiamo tutti insieme, ma se vinciamo, vinciamo come una squadra. Si può riassumere in questa frase la nuova politica sui compensi ai dirigenti varata da Brian Krzanich, da quasi un anno alla guida di Intel.

I premi azionari dati ai dirigenti sulla base delle loro prestazioni non avranno più un valore minimo e potranno scendere a zero se il ritorno per gli azionisti scenderà sotto una determinata soglia. Intel richiederà inoltre ai suoi 350 dirigenti più importanti di detenere quote dell'azienda, mentre la policy finora adottata lo imponeva solo ai primi 50.

Brian Krzanich, CEO di Intel

"Una delle priorità del nuovo CEO Brian Krzanich è quella di rafforzare la nostra cultura della responsabilità e dell'impegno", ha scritto Intel in una lettera inviata agli azionisti. Sull'onda di queste parole la scelta di legare alle prestazioni il 50% del bonus aziendale destinato a tutti i dipendenti. Aumenterà inoltre la frequenza con cui Intel pagherà gli utili ai propri dipendenti che detengono delle azioni, con versamenti trimestrali piuttosto che semestrali.

Da quando si è insediato, nel maggio 2013, Krzanich ha fatto grandi cambiamenti, dall'aprire maggiormente gli impianti a favore dei altri progettisti di chip, così da provare a colmare un calo della domanda dei prodotti Intel, fino a una riorganizzazione interna che ha portato all'apertura di nuove divisioni per lo sviluppo di tecnologia indossabile.

Intel ha affermato che non ha intenzione di versare ai propri manager un bonus come incentivo a rimanere in azienda. Nel 2012, dopo che l'ex CEO Paul Otellini annunciò il ritiro, Intel diede dei soldi ad alcuni dei massimi dirigenti per impedire che se ne andassero in momento delicato. Fu così ad esempio che Krzanich guadagnò 15,7 milioni di dollari, di più di quanto ottenuto nel 2013 (9,1 milioni di dollari di cui 887.500 di base, 1,75 milioni di bonus e il resto in azioni).

La scelta di mettere maggiormente sotto pressione i dirigenti legando ancora di più lo stipendio al rendimento, quando per il 2014 è previsto un taglio della forza lavoro del 5% ci sembra solo una scelta di buonsenso. Intel corre il rischio che qualcuna delle sue figure di spicco inizi a guardarsi attorno, ma fa bene a puntare su questa linea: in questo modo capisce chi è motivato, e vuole fare il bene dell'azienda, e chi si è seduto sugli allori. Serve gente disposta a mettersi in gioco.

Le sfide sono molte: far fronte alla crisi del PC aumentando le vendite nel settore mobile (tablet e smartphone), saltare sul treno in corsa delle tecnologie future (dispositivi indossabili e non solo) e non mantenere le quote nei mercati in cui è leader. Nei prossimi anni, ad esempio, Intel dovrà guardarsi dall'entrata dei chip ARM nel mercato server. La scarsa lungimiranza degli anni passati presenta il conto in questo momento. Basteranno dirigenti più motivati per respingere le insidie di domani e recuperare il tempo perduto?