Stop al porno in UK, i provider spernacchiano Cameron

Un provider inglese prende posizione contro la censura sui contenuti porno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

La polemica contro la censura sul porno nel Regno Unito non accenna a sgonfiarsi. Stavolta sono i service provider a scendere in campo sfidando il governo di David Cameron. "Se i clienti vogliono la censura si dovranno rivolgere altrove, o trasferirsi in Corea del Nord" è la reazione di uno dei tanti ISP (service provider) d'oltremanica che dovrebbe entro fine anno filtrare per default tutti i contenuti a luci rosse, a meno che il cliente non chieda espressamente di volerli vedere.

Andrew & Arnolds, questo il nome del provider, ha spiegato: "il governo vuole che offriamo una scelta attiva quando i clienti sottoscrivono un servizio", bene verrà offerta una "connessione a Internet non filtrata, oppure una connessione censurata con accesso limitato ad alcuni contenuti, precisando che questo non può garantire comunque che i bambini non accederanno a contenuti porno".

Cameron incassa l'opposizione dei service provider

E non finisce qui: se i potenziali clienti sceglieranno la censura A&A non li accetterà perché i suoi servizi "sono e resteranno tutti senza filtri". Una bella mazzata per Cameron, che rischia di trovarsi non solo con una legge impopolare, ma non applicata da chi è stato delegato di farlo. Altro che opposizione.

Visti i malumori oltremanica infatti non è da escludere che altri provider possano imitare la presa di posizione di A&A, facendo fronte comune per mettersi a tutti gli effetti di traverso contro la decisione del Governo. E i clienti - c'è da scommetterci - ringrazieranno.

Non c'è da contarci

Intanto la schiera degli scontenti si allunga con una partecipazione di rilevo: l'Intelligence and Security Committee di sua Maestà. Già, perché nel sistema di filtraggio che ha in mente il primo ministro c'è di mezzo Huawei, l'azienda di cui si sospettano da tempo presunti legami con il governo cinese, e questo desta qualche preoccupazione. Non ci sono prove delle sospette commistioni e Huawei respinge tutte le accuse, ma di dubbi sulla legge voluta da Cameron ne stanno spuntando un po' troppi. C'è ancora tempo per cambiare idea, consigliamo di pensarci seriamente.