Strage di Milano, era già successo negli USA e hanno introdotto il riconoscimento facciale

La sicurezza di un Palazzo di Giustizia come quello di Milano potrebbe essere migliorata impiegando il riconoscimento facciale. A St. Louis un caso analogo. Dal 2014 è partito un progetto pilota.

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a cura di Dario D'Elia

Non doveva succedere ma è successo. Negli Stati Uniti prima che a Milano, quattro anni fa. Anche lì per mancanza di sistemi di sicurezza adeguati. Solo che a St.Louis, nel Missouri, ne hanno tratto lezione e hanno introdotto un sistema di sicurezza basato sul riconoscimento biometrico (facciale), che costa poco, non crea code agli ingressi e fa sì che non succeda più. 

Blue Line Security Solutions

Blue Line Security Solutions

La tragedia che ieri ha investito il Palazzo di giustizia di Milano sembra una replica di quanto avvenuto nel 2011 presso Carnahan Courthouse di St.Louis. Come Claudio Giardiello, James Palmer voleva vendicarsi di un giudice. Il tutto si risolse con il ferimento di una segretaria e la morte del folle. Quel che più conta è che la comunità e la politica reagirono. Nel febbraio del 2014 è stato avviato infatti un progetto pilota per migliorare la sicurezza degli uffici giudiziari sfruttando il riconoscimento facciale, e non solo badge e metal detector.

 

La Blue Line Security Solutions, una società creata da ex agenti di polizia e ingegneri specializzati in sicurezza, ha sviluppato un sistema che è in grado di individuare le persone presenti in un database pre-compilato in relazione alla potenzialità di rischio. 

Blue Line Security mobile

"Non facciamo lo screening ti tutti quelli che camminano per vedere se hanno ticket di sosta non pagati o cose del genere", spiegò ai tempi Mike Guzy, portavoce dello sceriffo James Murphy. American Civil Liberties Union sottolineò i rischi di discriminazione nel trattamento che avrebbero potuto avere gli individui. Però alla fine prevalse il desiderio di maggiore sicurezza.

La piattaforma Blue Line Security Solutions di fatto richiede solo di guardare due telecamere per meno di un minuto. Dopodiché avviene una comparazione con l'immagine contenuta nel database e nel caso di identificazione di un potenziale rischio la polizia presente ai metal detector viene allertata (anche via smartphone). Dopodiché si può procedere con controlli più accurati. In questo modo la sicurezza può focalizzare l'attenzione nei confronti dei reali pericoli.

Ovviamente si può impiegare il sistema anche per il controllo dei dipendenti o di chi lavora nel tribunale, velocizzando le operazioni di ingresso con corsie preferenziali. Recentemente è stato istallato presso la St. Mary's High School di St.Louis. Le porte automatiche si aprono solo in presenza di personale e studenti registrati. Il database è stato completato anche con la lista fornita dalla polizia di pregiudicati per reati sessuali che vivono in zona. Insomma, gli ingressi sono più sicuri rispetto al passato.

 

"Il nostro sistema consente all'utente finale di decidere come usarlo", ha dichiarato Lindsey Sylvia, co-fondatrice di Blue Line Security Solutions e impiegata presso l'ufficio dello Sceriffo. 15mila dollari per l'impianto sembrano un'inezia rispetto alle esigenze di sicurezza.

Pensate che anche in Italia si possa presto adottare un sistema analogo? Oppure tra qualche settimana, quando si saranno spenti i riflettori, tutto tornerà come prima? Certo, pensare al riconoscimento facciale può far specie, in palazzi di giustizia che spesso hanno altre emergenze.

Come scrive sulla sua pagina Facebook l'avvocato penalista Michele Laforgia: "…in tutta Italia vengono celebrati processi senza uscieri, spesso senza neppure un carabiniere nel corridoio, con apparati di registrazione acquistati trent'anni fa, microfoni tenuti insieme con lo scotch, sedie sfondate, toghe sdrucite, faldoni tenuti insieme con gli elastici, fascicoli accumulati nei corridoi, cessi senza sapone, senza salviette, senza acqua calda, con il personale costretto a fare gli straordinari sino a sera senza retribuzione".