Su Marte l'acqua abbondava, ma manca il metano

Su Marte ci fu acqua in abbondanza, ma adesso c'è troppo poco metano.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il dibattito sulla vita su Marte è sempre più acceso all'indomani delle novità riguardanti acqua e metano. Da una parte c'è stata una conferenza in cui sono state analizzate tutte le informazioni rilevate sulle rocce dal rover Curiosity, che costituirebbero la prova inconfutabile che c'è stata acqua su Marte. Anzi, fiumi e laghi, di acqua bevibile.

Dall'altra ci sono le analisi fatte, sempre dal rover, con il TLS (Tunable Laser Spectrometer), da cui sembra emergere che sul Pianeta Rosso non c'è abbastanza metano da giustificarne la produzione con una presenza microbiotica. Se fosse confermato senza ombra di dubbio, significherebbe una battuta di arresto nella speranza di trovare vita su Marte.

Curiosity 

Andiamo per ordine. Analizzando le rocce, Melissa Rice del California Institute of Technology di Pasadena ha concluso che "su Marte ci fu quello che interpretiamo come un ambiente abitabile, dove l'acqua si poteva anche bere". Le fratture nelle rocce sono state causate dal passaggio dell'acqua, che ha lasciato tracce di solfato di calcio.

Fra le varie prove raccolte da Curiosity c'è inoltre un fango indurito che è stato perforato con gli strumenti di bordo del rover, e che contiene minerali argillosi. Questo può significare, secondo Aileen Yingst del Planetary Science Institute di Tucson, che sul luogo l'acqua era calma, come per esempio un lago, e i residui hanno avuto modo di depositarsi gradualmente sul fondo.

In genere un ambiente come questo è ideale per la sopravvivenza e la riproduzione di microbi. Peccato che a questo punto si inseriscano le informazioni arrivate successivamente dal TLS (Tunable Laser Spectrometer), uno strumento progettato per la misurazione del metano su Marte, che rileva la presenza di questo gas nell'atmosfera.

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Stando ai dati arrivati alla NASA, i valori sarebbero di gran lunga inferiori a quanto ipotizzato in precedenza - eseguite con strumentazione a terra e orbitanti, che avevano fornito dati incongruenti. Non più di 1.3 parti di miliardo per volume: troppo poco per giustificare la teoria secondo la quale i batteri continuano a vivere sotto la superficie del Pianeta.

A questo punto deve essere verificata l'attendibilità dei dati. Il presidente dell'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) Giovanni Bignami, puntualizza infatti come quelle attuali siano solo ipotesi. "Viene da pensare che il TLS misuri la quantità di metano solo nel sito in cui opera Curiosity" e che non trovandolo si stia ipotizzando che non ci sia.

Poco metano su Marte?

Una misurazione attendibile dovrebbe quindi essere effettuata su vaste aree del Pianeta Rosso, cosa che intende fare l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) con l'invio nel 2016 un satellite appositamente attrezzato per tracciare i gas nell'atmosfera marziana, aprendo la strada a un rover che atterrerà su Marte nel 2018. Non tutto è perduto, ma è evidente che continuiamo a sapere troppo poco su Marte.