Su Netflix sono quasi tutti film di serie B, ma incute timore

KPMG ha scoperto che solo il 16% dei titoli più gettonati negli ultimi è disponibile in streaming su Netflix. Eppure in Italia gli addetti ai lavori parlano di questo servizio come di qualcosa di rivoluzionario. La verità al solito è nel mezzo.

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a cura di Dario D'Elia

Tutti parlano di Netflix. Gli operatori delle telecomunicazioni come di un mangia-risorse ma anche un bel potenziale partner. I broadcaster come un concorrente pericoloso. Gli utenti come la piattaforma di streaming definitiva. La verità è che negli Stati Uniti sta avendo un grandissimo successo, ma in Europa non è detto che si replichi il medesimo scenario.

Se Paesi scandinavi e Regno Unito fanno storia a sé, il recente sbarco in Francia e Germania potrebbe essere utile per comprendere i margini di manovra in Italia. Prima di tutto sappiamo per certo che i vertici di Telecom Italia hanno incontrato quelli di Netflix durante un recente convegno. Gli americani non hanno ancora pensato all'Italia perché sono convinti che le infrastrutture di rete non siano ancora adeguate.

Netflix

"Solo il 55% delle abitazioni nazionali dispone di collegamenti teoricamente adeguati a supportare il carico necessario per fruire di Netflix", si legge su un recente studio della Lombardia Film commission. "La media europea, in base alle rilevazioni Eurostat, è del 72%. Non a caso le uniche timidissime trattative in corso riguardano ipotesi di partnership con i fornitori di connettività come Telecom Italia, Fastweb, Infostrada e Vodafone (…)".

Ma questo è solo un lato della medaglia perché è evidente che Sky e Mediaset hanno tutto da perdere da questo sbarco. Come fronteggiare infatti un pacchetto streaming HD da 8,99 euro al mese (in Francia) e un'offerta compresa tra 3mila e 10mila titoli? Netflix sotto questo punto di vista ha "solo" il problema delle licenze territoriali e dei sottotitoli. In ogni paese dovrà negoziare lo sblocco di alcuni film e intervenire con sottotitoli o doppiaggio. Ad esempio per come si configura lo scenario odierno in Italia potrebbe ritrovarsi a essere costretta a rinunciare alla sua serie House of Cards, poiché Sky ne detiene i diritti di programmazione. Curioso ma vero.

Fra qualche anno però il colosso Netflix sarà potenzialmente in grado di sbaragliare la concorrenza nella negoziazione con le major, a patto che non si mettano di mezzo colossi come Amazon, Google o Apple. Sì, è già in atto un altro conflitto nella battaglia. Se da una parte si possono intuire gli attriti fra le piattaforme di streaming ad abbonamento, d'altra ci sono quelle di vendita o noleggio puro. Netflix, Sky Online e Mediaset Infinity hanno poco a che spartire con iTunes o Google Play, ma domani?

Report KPMG

Proprio venerdì scorso uno studio di KPMG faceva notare come negli Stati Uniti il 94% dei titoli più acclamati al cinema siano disponibili sulle piattaforme come iTunes. Peccato però che la percentuale crolli al 16% se si parla dei servizi di maggiore successo come Netflix.

In pratica mentre in Italia ci preoccupiamo di questa potenziale guerricciola fra operatori, broadcaster e nuovi entranti, ce n'è già un'altra ben più importante che rischia di spazzare via tutti. Se Apple, Google o Amazon si mettessero a offrire abbonamenti streaming stile Netflix, cosa potrebbero fare Sky o Mediaset? Rivolgersi a Bruxelles.