Sul campo

Recensione - Anteprima della Fujifilm X-M1, terza mirrorless Fujifilm basata sullo stesso sensore Trans-CMOS della capostipite X-Pro1, ma declinata in un corpo più "facile" ed economico.

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a cura di Tom's Hardware

Sul campo

A differenza delle altre mirrorless X, la X-M1 abbandona lo stile retrò dei comandi con controllo del diaframma sul barilotto dell'obiettivo per adottare uno stile più "digitale" e tipico di quasi tutte le sue concorrenti e di molte compatte di fasci alta. Il programma di scatto viene selezionato tramite apposita ghiera che, oltre a offrire i 4 programmi PASM, mette a disposizione un elenco completo di modalità automatiche e assistite.

Troviamo una posizione "Custom", per il richiamo di tutte le impostazioni memorizzate in uno dei programmi PASM; le modalità Auto e Advanced SR Auto (con quest'ultima che analizza il soggetto e applica i setup specifici per una quindicina di Scene predefinite); la classica modalità Scene con scelta manuale del tipo di soggetto e con accesso veloce alle tre Scene Sport, Paesaggio e Ritratto; infine, una modalità Advanced che offre esposizioni multiple e filtri creativi.     

Un'immagine della campagna promozionale che sottolinea simpaticamente le doti di compattezza della nuova X-M1 con una citazione da StarWars.

L'uso di tutte queste modalità di scatto è davvero molto buono grazie alla presenza delle due ghiere e alla loro ottima ergonomia. Quella posteriore (verticale) funge da ghiera principale e controlla il parametro libero (coppia in P, apertura in A, tempo in S) oppure l'apertura di diaframma in M. Quella superiore funge da ghiera secondaria e controlla la compensazione di esposizione in P, A ed S, oppure controlla il tempo di scatto in M, secondo un approccio ben consolidato che risulterà familiare a molti.  

Mancando il mirino, la nostra esperienza d'uso si è concentrata sul display posteriore, e possiamo dire subito, a costo di "uccidere" la suspense, che è stata molto positiva. Il display articolato risulta ben leggibile, offre generosi angoli di inclinazione che vanno da 90° verso l'alto a quasi altrettanti verso il basso (si veda la foto in queste pagine), e soprattutto offre ora la funzione di focus peaking (sottolineatura tramite bordi contrastati delle figure a fuoco), di grande utilità per un utilizzo preciso dell'ottica in condizioni di scatto particolari, ad esempio in macro. Purtroppo, il focus peaking non è disponibile in modalità video.   

L'impugnatura della X-M1 "in azione". 

La compattezza del modello non gioca, in assoluto, a favore dell'ergonomia, ma se confrontata con altre mirrorless di pari ingombro si scopre che la X-M1 offre tutto sommato una tra le migliori impugnature della categoria.

Per quanto riguarda le prestazioni, comprese quelle legate alla messa a fuoco (tradizionale "punto debole" dei modelli X), vale sostanzialmente quanto già detto per il modello X-E1: le prestazioni AF sono leggermente migliorate (questo vale soprattutto in presenza della nuova ottica 16-50mm) e, per la fotografia e avendo l'accortezza di utilizzare i giusti accorgimenti - vale a dire pre-focus - non ci si trova mai a desiderare qualcosa in più. Resta il fatto che la concorrente Olympus fa meglio e che, girando del video, ci si trova a volte a dover fare i conti con un vistoso "focheggiamento" quando si passa dal campo lungo al soggetto ravvicinato.   

Il display orientabile è una novità per le mirrorless Fujifilm Serie X. 

Decisamente migliorata l'usabilità della raffica: sebbene la velocità di scatto sia leggermente inferiore rispetto alla X-E1, lo svuotamento del buffer è più rapido: 10 secondi circa dopo 12 scatti RAW, contro i 15 del modello superiore; sono ancora molti, certo, ma il passo avanti è tangibile e, scattando in JPEG (che dimezza i tempi di attesa) la pausa non risulta particolarmente fastidiosa.

Un'ultima nota riguardo all'esperienza d'uso riguarda la connessione Wi-Fi integrata, un'opzione che pare ormai indispensabile per questa categoria di fotocamere. Purtroppo, l'implementazione di Fujifilm non è particolarmente evoluta: consente lo scambio file e il geotag delle foto tramite cellulare, ma non il controllo remoto della fotocamera, che per il fotografo è forse l'aspetto più importante.

Un altro esempio di implementazione "basic" riguarda proprio il geotag, dato che l'App non consente di registrare un percorso salvando poi a posteriori le posizioni geografiche, ma solo di registrare nelle immagini scattate la posizione corrente, così volendo utilizzare questa funzione ci si deve connettere a ogni spostamento.