Sul campo

Recensione - Test della Canon PowerShot G16, ultima nata della fortunata famiglia Canon G.

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a cura di Tom's Hardware

Sul campo

Abbiamo provato la Canon PowerShot G16 nelle circostanze più diverse per valutarne l'ergonomia, la semplicità d'utilizzo, l’immediatezza, la reattività dei comandi e soprattutto la qualità delle immagini e dei filmati.

Un primo punto di forza è senz’altro legato all'accessibilità dei comandi: tutti quelli di uso più frequente sono correttamente disposti, il loro azionamento è privo d'incertezze, anche se sono giocoforza di piccole dimensioni. In condizioni di scarsa illuminazione risultano, inoltre, sempre ben leggibili.

Il processore Digic 6 ha portato un nuovo livello di prestazioni sulla serie G.

La G16 ispira subito fiducia, è una macchina compatta e leggera, oltre che robusta e ottimamente rifinita, che se proprio non sta nel taschino della giacca può essere comunque riposta in una piccola borsa destinata allo scopo. È la compagna ideale di viaggio o di reportage; una volta accesa, in una frazione di secondo è pronta a scattare fornendo risultati sempre affidabili e prevedibili, perlomeno se la si lascia nel programma AUTO per levarsi ogni tipo di preoccupazione. Il sistema automatico di riconoscimento delle 58 scene (Smart Auto) è piuttosto efficace, anche se non velocissimo.  

L'obiettivo, che come abbiamo accennato copre un range ottimale ed è anche molto luminoso, ha mostrato sul campo prestazioni molto valide. Offre il meglio di sé alle focali medio-lunghe, dove la risoluzione ed il contrasto sono sempre molto elevati, mentre perde qualcosa in termini di definizione a quelle grandangolari; rispetto però ad un modello come la G12, i cui limiti erano la sensibile distorsione a barilotto e l'aberrazione cromatica a 28 mm, sono stati fatti passi da gigante.

Buone possibilità macro, con la "classica" minima distanza di messa a fuoco di 1 cm in posizione grandangolo. 

La prima, anche alla focale minima consentita dallo zoom, è davvero bassissima (siamo su valori inferiori allo 0,2%) e si mantiene tale, o inferiore, su tutte le lunghezze focali, mentre l'aberrazione cromatica è ridotta ai minimi termini. Pur se in qualche rara circostanza il processore d'immagine non riesce a correggerla del tutto e all’atto pratico risulta visibile, soprattutto in condizioni di elevato contrasto, all’atto pratico ciò non desta preoccupazione.

Anche scattando alla focale di 28 mm, la distorsione appare così bassa da essere praticamente impercettibile; notare la pressoché totale assenza d’incurvamento delle linee orizzontali e verticali.

Le luci rosse ai lati evidenziano un po' di "coma", ma nulla di grave. 

Quando la lunghezza focale massima dell'obiettivo non è più sufficiente, come ad esempio nella fotografia sportiva o naturalistica, può essere utile Zoom Plus; teniamo però presente che si tratta pur sempre di uno zoom digitale e non ottico. Dai test che abbiamo fatto, la qualità che ne deriva è più che accettabile a 1,5x con l'immagine vista a schermo intero, mentre a 2x il deterioramento è evidente. Chi non vede di buon occhio tali soluzioni, potrà sempre ricorrere al Tele-Converter ottico TC-DC58E, un accessorio che aumenta la lunghezza focale massima di un fattore pari a 1,4x, e si aggancia alla base dell’obiettivo mediante l’adattatore LA-DC58L.

Nel modo macro, ci si può spingere sino a circa 1 cm dalla lente frontale dell’obiettivo quando impostato su grandangolo.

Per concludere l'analisi dell'obiettivo, abbiamo scattato qualche foto includendo molti punti luce, un caso frequente quando si riprende un panorama notturno. È emersa la presenza di un po' di coma e flare, del resto un obiettivo zoom di tale escursione focale e luminosità non è assolutamente facile da progettare e spesso è necessario scendere a qualche piccolo compromesso. Efficace lo stabilizzatore ottico delle immagini Intelligent IS.