Sul campo

Test - Recensione della Olympus OM-D E-M5, una mirrorless di qualità elevata. Eccellente rettività del corpo macchina e stabilizzazione particolarmente efficace sono le sue doti migliori.

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a cura di Tom's Hardware

Sul campo

La Olympus OM-D E-M5 offre programmi di scatto capaci di soddisfare qualsiasi tipo di utenza. Abbiamo già menzionato i classici programmi creativi PASM, a cui si aggiunge l'immancabile programma iAuto che si occupa di ogni aspetto tecnico. Disponibili poi una modalità video, una Scene e una dedicata ai filtri artistici.

Le Scene sono 23 in tutto, e tra queste anche una modalità 3D. I filtri artistici sono invece 11 (Pop art, Soft focus, Colori chiari, Toni leggeri, Grana pellicola, Foro Stenopeico, Diorama - l'equivalente Olympus dell'effetto Toy camera, Cross process, Sepia, Toni drammatici e Key line), e nelle pagine seguenti troverete degli esempi di ciascuno.

Interessante la possibilità di intervenire sull'entità degli effetti o di combinarne di diversi; ad esempio, dell'effetto Toni drammatici è disponibile anche una variante b/n, mentre all'effetto Seppia si possono aggiungere effetti soft-focus o di sbiancamento dei bordi.

Interessante anche la possibilità di effettuare un bracketing sui filtri: uno scatto produrrà 18 diverse varianti dell'immagine, tra cui scegliere a posteriori. Non siamo in genere grandi fan dei filtri creativi, ma in questa Olympus la funzione è particolarmente ben implementata.

OM-D E-M5, f/6.3, 1/100s, 2000 ISO.

Il primo impatto con la OM-D E-M5 coinvolge il mirino elettronico, ed è un impatto più che positivo. La risoluzione elevata e la buona reattività, assicurata da un refresh-rate di 120 Hz, si traduce normalmente in una visione fluida e confortevole. Saltuariamente, in seguito magari a qualche raffica, può capitare di incorrere in una pausa di aggiornamento, ma complessivamente è tra i migliori del suo genere.

Per gli affezionati del LiveView e delle prospettive difficili, ad esempio riprese dal basso, l'utilizzo dello schermo posteriore è poi davvero funzionale, grazie alla possibilità di inclinare lo schermo e di utilizzare il touch screen per lo scatto.

Molto completo, e sostantanzialmente ben organizzato, il menu di impostazione. Le possibilità di personalizzazione sono davvero molto ampie, e consentono di modificare il comportamento della fotocamera in modo anche sostanziale. Funzione e comportamento dei pulsanti, direzione delle ghiere, modalità di visualizzazione, persino le modalità Scena da visualizzare quando si accede al relativo menu: tutto può essere definito nei minimi dettagli.

Per questo, e per quanto detto poco sopra, dopo quanche tempo di utilizzo ci convinciamo che la parola che più di ogni altra descrive questo corpo macchina è: "versatilità".

Un esempio di effetto ottenuto "in camera": grana pellicola.

Un'altra parola che si può usare a proposito è "reattività". Il sistema autofocus ha prestazioni davvero eccellenti; certamente le migliori osservate finora tra gli AF a rilevazione di contrasto, ma in effetti la E-M5, in termini durata del ciclo pressione pulsante-messa a fuoco-scatto, supera la maggior parte delle reflex entry-level con ottica in kit. Aggiungendo a questo la precisione e la sicurezza con cui il sistema si aggancia al soggetto, nonché il fatto che i 35 punti AF coprono praticamente tutto il campo inquadrato, non esitiamo a definire questo come il miglior sistema autofocus oggi disponibile su una mirrorless.

Lo scatto continuo arriva a 9 fps con messa a fuoco solo sul primo fotogramma, e supera i 4 fps con AF continuo attivato; quanto basta per poter approcciare anche la fotografia sportiva o naturalistica. La profondità del buffer, in questo senso non è male - 15 scatti in RAW, che crescono ancora di qualche unità in JPEG. Certo, non siamo al livello di corpi reflex high-end, ma considerato il divario in termini di prezzo e compattezza, non ci si può certo lamentare.

Nell'utilizzo sul campo abbiamo apprezzato anche la disponibilità della funzione livella elettronica, sempre importante per i paesaggi ma, soprattutto, l'efficacia dello stabilizzatore ottico. Di nuovo, si tratta di un punto di riferimento per il settore. Gli aspetti negativi del corpo macchina, invece, si riducono ai difetti ergonomici già citati: i pulsanti troppo piccoli non si usano a colpo sicuro, soprattutto quando ci si trova in situazioni concitate.

Abbiamo qualche riserva in più, invece, sull'ottica. Le va riconosciuto di essere su un livello superiore rispetto alle ottiche normalmente fornite in kit - un equivalente di 24-100mm, seppur non luminosissimo, resistente alla pioggia e con funzionalità macro è, in effetti, uno zoom versatile da tutti i punti di vista.  

La sua peculiare ghiera di zoom motorizzato e manuale non ci ha però convinto. Lo zoom motorizzato è molto regolare, ottimo per i video, ma lento. In manuale, d'altro canto, il movimento non è fluido, soffre di una corsa troppo elevata e della mancanza di un fine corsa meccanico, che impedisce al fotografo di "prendere le misure".