Sviluppo banda larga: cosa pensa il neo-ministro Passera

Il neo-ministro per lo Sviluppo economico, con delega alle TLC, Corrado Passera, sosteneva che Telecom Italia avrebbe dovuto allearsi con gli avversari per la fibra. In un'intervista al Wall Street Journal nel giugno 2010 parlava di garanzie pubbliche per gli investimenti privati.

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a cura di Dario D'Elia

Il nuovo ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dovrà occuparsi come il suo predecessore anche del nodo "banda larga". Com'è risaputo il Tavolo Romani è saltato e al momento è Telecom Italia che ha di nuovo in mano le redini della diligenza grazie a Metroweb.

In questo momento tutti si domandano quale sarà la politica di Monti al riguardo e la strategia di Passera. Secondo alcuni osservatori l'ex amministratore delegato di Intesa Sanpaolo potrebbe vestire i panni dell'ufficiale di collegamento per mantenere stretti i rapporti con il mondo bancario. In questo momento di grande difficoltà potrebbe dimostrarsi una mossa vincente; in ogni caso il percorso formativo e la storia professionale di Passera danno segno di grandissima competenza. 

Corrado Passera

Per altro come ha ricordato Daniele Lepido su Il Sole 24 Ore siamo di fronte (per una volta!) a un uomo che conosce realmente il valore dell'innovazione. In un'intervista dell'anno scorso al Wall Street Journal si può comprendere quale sia la sua visione del ruolo dello Stato nei progetti di sviluppo.

"Una buona gestione della spesa pubblica è totalmente coerente con una percentuale programmata di investimenti di lungo periodo", sosteneva Passera. E in questa ottica la maggior parte dei fondi dovrebbero provenire da investitori privati, a patto che lo Stato si faccia garante – come avviene normalmente all'estero. "Dovrebbe esserci un meccanismo di garanzia pubblica".

Medita bene sulla banda larga

È interessante rilevare che quando il discorso si è spostato proprio sulle infrastrutture broadband, e quindi l'arretratezza italiana rispetto agli altri paesi europei, Passera non si è fatto problemi a parlare delle strategie che tirano in ballo Telecom Italia. A suo parere infatti l'ex-monopolista dovrebbe allearsi con le rivali, invece che portare avanti un progetto autonomo legato alla fibra.

"Dovremmo concentrare i nostri sforzi in un tipo di network davvero moderno ed efficiente perché arrivati a questo punto la rivalità non è il presupposto migliore per favorire gli investimenti", consigliava il neo-ministro.

La speranza ovviamente è che faccia bene, un po' come quando da amministratore delegato, con Olivetti che stava cadendo a pezzi, diede vita a quel gioiello chiamato Omnitel – e che oggi conosciamo come Vodafone Italia.

C'è un'unica domanda che rimane. Passera cercherà di convincere gli operatori TLC a collaborare, come aveva tentato Romani, oppure lascerà che Telecom Italia e Metroweb proseguano in autonomia?

Chissà. 

Ricordiamo solo per cronaca che Metroweb è detenuta per l'87,5% dal Fondo F2I e per il 12,5% da Sanpaolo IMI. Non diamo però per scontato (a questo giro) che Passera voglia fare gli interessi del suo ex datore di lavoro.

Aggiornamento. "Sono solo il ministro di due dicasteri, non ho più niente a che fare con altro: lo vedrete con i fatti", ha dichiarato Passera alla stampa poche ore fa, in relazione al suo potenziale conflitto di interessi con Intesa Sanpaolo. 

"L'impegno più immediato è capire. Cambierà tutto ciò che serve per creare sviluppo sostenibile e trovare tutte le opportunità per creare posti di lavoro nel nostro Paese".