Svizzera paradiso dei pirati grazie a leggi permissive

L'International Intellectual Property Alliance punta il dito sulla Svizzera: molto tollerante nei confronti della pirateria digitale. Non solo il 35% degli utenti svizzeri accede a servizi pirata illegali ma le piattaforme si stanno spostando sul territorio.

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a cura di Dario D'Elia

Difficile immaginare la Svizzera come una terra di pirati. Va bene che pur non essendo toccati dal mare sono riusciti a vincere due America's Cup con Alinghi, nel 2003 e nel 2007, ma è il tratto antropologico culturale che non convince. Eppure l'International Intellectual Property Alliance (IIPA) raccomanda di metterli nella "Watch list 2013". Insomma, la lobby dell'industria cinematografica e musicale (in verità non solo) li considera osservati speciali. I dati di comScore effettivamente dicono che il 35% degli utenti svizzeri accede a servizi pirata illegali, superando nettamente la media europea.

Come se non bastasse il paese sembra essere diventato il paradiso di questo genere di piattaforme. Ad esempio recentemente Uploaded e Private Layer, due specialisti in file hosting e hosting providing, hanno spostato sedi e server. "Da laggiù forniscono un servizio globale, trasformando la Svizzera in un grande esportatore di contenuti pirata", si legge nel rapporto Special 301, che IIPA redige annualmente per l'Ufficio del Commercio USA.

Pirateria

Ma cos'ha esattamente di speciale la Svizzera rispetto agli altri paesi europei? Secondo gli americani ha una legislazione sul copyright simile a quella della Germania, ma con una falla che riduce sensibilmente le possibilità di intervento anti-pirateria. In pratica la "copia privata" non prevede l'obbligo di una fonte legale. Se si scarica o si scambia un film o un CD illegale da piattaforme di file-sharing o direttamente da server, per uso personale, non è prevista alcuna violazione.

E così mentre nel resto del mondo servizi musicali come Deezer, Simfy, Spotify e Juke spopolano generando profitti per l'industria, in Svizzera valgono non più dell'1% del business. Non da meno show televisivi e film illegali grazie a TVDuck.com, nowvideo.eu, darkwarez.pl, piratenz.eu e cyberlocker.ch, i cui server sono nel regno della cioccolata, invadono tutti i paesi del mondo.

Senza contare i DVD in lingua francese importati dal Canada, quando magari gli stessi film sono ancora nelle sale cinematografiche.

IIPA vorrebbe che i service provider svizzeri fossero obbligati a censurare i contenuti illegali ospitati sui siti svizzeri. Praticamente la stessa identica cosa che ha sostenuto oggi l'avvocato generale Cruz Villalon nelle conclusioni della causa tra l'ISP austriaco UPC Telekabel Wien e le società Constantin Film Verleih/Wega Filmproduktionsgesellschaft.

In questo caso i detentori di copyright avevano chiesto all'operatore di bloccare l'accesso al sito kino.to, che ospitava (illegalmente) film di loro proprietà. La suprema Corte austriaca aveva chiesto un parere alla Corte UE per un parere sulle responsabilità dei cosiddetti intermediari, quindi gli Internet Provider. Ebbene, secondo Cruz Villalon vanno considerati destinatari del provvedimento inibitorio.

Si tratta di una presa di posizione importante perché di solito le conclusioni dell'avvocato generale della Corte UE sono riprese nelle sentenze dei giudici nazionali. Il passaggio comunque non è scontato.

Ad ogni modo la Svizzera gode di parte del diritto comunitario ma non è membro dell'Unione Europea, quindi sarà libera di adeguarsi o meno.