Tag Rfid, la tecnologia contro il caos bagagli

Ogni estate è massacro: le nostre valigie vengono smarrite in aeroporto. La soluzione c'è, si chiama Rfid, ma è ancora ignorata.

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a cura di Pino Bruno

La tecnologia RFID potrebbe salvarci dal caos bagagli estivo. Ne parlavamo già prima delle ferie, ma forse è giusto ribadire il concetto.

Basterebbe, infatti, adottare la tecnologia Rfid per cancellare o almeno ridimensionare il fenomeno della valigia perduta. Tag a radiofrequenza sul bagaglio, per seguirlo in capo al mondo. Si risparmierebbero 440 milioni di euro, dicono i manager di Sita, la multinazionale delle tecnologie del trasporto aereo. Per non parlare del trauma da smarrimento che colpisce ogni anno quarantadue milioni di passeggeri, secondo le stime di Iata.

Entro la fine dell'anno, calcola Sita, la tecnologia Rfid sarà adottata dal quarantasette per cento degli aeroporti e dal quarantadue per cento delle compagnie aeree. Iata ha messo a punto il suo Baggage Improvement Programme, per migliorare la gestione dei bagagli.

Cosa ostacola l'adozione del sistema Rfid nella gestione globale dei bagagli in transito? Indifferenza, incompetenza, resistenza all'innovazione, salvaguardia delle posizioni già acquisite dalle aziende che gestiscono l'handling negli aeroporti.

Si dovrebbe fare come con i biglietti aerei tradizionali. Iata ha imposto una scadenza - il primo giugno 2008 - alla quale tutte le compagnie aeree del mondo si sono dovute adeguare. Dall'anno scorso i biglietti aerei sono soltanto digitali. Bisogna imporre analoga scadenza all'adozione della tecnologia Rfid in tutti gli scali del mondo.

La valigia smarrita è anche un business. L'associazione britannica dei consumatori Air Transport Users Council (Auc) denuncia la recrudescenza del fenomeno. L'anno scorso sono scomparse quarantadue milioni di valigie. Trentasei milioni nel 2006. Quasi diciassette bagagli su mille. Che fine fanno quelle ritrovate? Quando ci si riesce, tornano ai proprietari. In caso contrario, dopo un periodo di deposito, finiscono all'asta. Due anni in Italia, tre mesi in Gran Bretagna.

Il prezzo di una valigia a Heathrow, dice la BBC, è di circa 20 euro. Alle aste partecipano veri e propri professionisti del settore, che comprano a scatola chiusa. Più valigie si acquistano, più possibilità ci sono di trovare all'interno qualcosa di valore.

 

Dalla scorsa settimana la tecnologia RFID è in uso nell'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, per i passeggeri di Air France diretti in Asia e Africa. Duemila valigie al giorno vengono monitorate grazie alle etichette RFID e, da quel momento, è impossibile che il bagaglio possa perdersi.

Nel 2006 Air France è stata la prima compagnia aerea del mondo a testare il sistema, sulla rotta Parigi-Amsterdam. In Italia - come spesso accade - si va in ordine sparso. Sul sito di SEA - la società di gestione degli aeroporti di Linate e Malpensa - leggo che RFID è in funzione dal settembre 2007.

Qualcuno ha messo in relazione questo dato con l'assenza del fenomeno caos bagagli dagli scali milanesi?

Ovviamente un aeroporto, da solo - come la rondine - non può fare primavera. Perché l'Enac non dà una strigliata alle società che gestiscono gli altri aeroporti italiani?

La domanda è retorica. Provate a digitare la parola RFID nel motore di ricerca interno del sito. Risultati 0.

Ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione.