Tariffe broadband scontate: AGCOM durissima con Telecom

L'AGCOM ha ridotto le tariffe all'ingrosso per i servizi di accesso in rame.

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a cura di Dario D'Elia

Le tariffe all'ingrosso dei servizi di accesso in rame di Telecom Italia sono destinate a scendere vistosamente entro la fine dell'anno. Ieri il Garante delle Comunicazioni ha proposto un taglio che preoccupa l'ex-monopolista e fa la felicità degli operatori alternativi.

Ovviamente bisognerà attendere il parere della Commissione Europea, ma è evidente che il presidente AGCOM Angelo M. Cardani ha voluto dare un segnale di cambiamento rispetto al passato. Di fatto è la prima volta che Fastweb, Vodafone e Wind cantano vittoria. E magari tra qualche mese potrebbero esultare anche i consumatori.

"Qualcosa è cambiato" (1997 - James L. Brooks)

Entrando nel merito delle tariffe si scopre che la riduzione più consistente riguarda il segmento bitstream. La proposta è di 15,14 euro (-22,36%), contro i 19,50 euro precedenti, nel rispetto "del criterio dell'orientamento al costo". Per quanto riguarda l'accesso disaggregato alla rete locale (ULL) si parla invece di 8,68 euro (-6,47%) invece che 9,28 euro.

"In questo ultimo caso, un ruolo decisivo nella riduzione del prezzo del canone lo ha avuto il decremento dei costi di manutenzione correttiva, a sua volta determinato dai guadagni di efficienza che l'Autorità aveva richiesto e Telecom Italia ha conseguito", sottolinea la nota ufficiale. Il servizio WLR (Wholesale line rental) prevede invece una proposta di riduzione di 11,14 euro (-4,79%) contro gli 11,70 euro del 2012.

Bistream

Per la definizione dei prezzi dei servizi in fibra 2013 tutto è rimandato a settembre, quando è prevista la definizione delle condizioni tecniche ed economiche del VULA (Virtual Unbundling Local Access) -  necessariamente correlate ai prezzi di alcuni servizi wholesale in rame.

Secondo Telecom Italia la proposta AGCOM "presenta evidenti profili di contrasto rispetto al quadro europeo". Ecco spiegato il motivo per cui l'azienda "si riserva di far avere le proprie osservazioni e, qualora la decisione fosse confermata, [...] ricorrerà presso le competenti sedi giurisdizionali".

Ha ragione l'AGCOM o Telecom Italia? Difficile rispondere: la verità è che le indicazioni della Commissione UE e la valutazione del mercato italiano si prestano a interpretazioni di vario genere.

VULA

L'AGCOM è convinta che la variazione delle tariffe di accesso in rame, fibra e rame-fibra (per il triennio 2014-2016) possano "promuovere il passaggio alle reti di nuova generazione, stimolando contestualmente la concorrenza tra operatori".

Questo è il nodo della questione che sta a cuore anche alla Commissione Europea. Però da un anno a questa parte lo stesso Commissario per l'Agenda Digitale Neelie Kroes sostiene che non si debbano fiaccare troppo i ricavi di rame, poiché sono la risorsa fondamentale per gli ex-monopolisti. In caso contrario si rischierebbe una riduzione degli investimenti nella fibra.

Sì, è un ragionamento un po' contorto, poiché non è scontato che un aumento di introiti porti a un maggiore sviluppo: magari qualcuno potrebbe preferire fare cassa. Però bisogna riconoscere che se tutta la rete nazionale è in mano a un unico operatore, quelli piccoli difficilmente riusciranno mai a realizzarne un'altra così ampia e ad alte prestazioni. Giusto per comprendere la dimensione della questione è sufficiente ricordare che Telecom Italia detiene 112 milioni di km di rame e 4,3 milioni di km di fibra. Mentre Metroweb possiede 7mila chilometri di fibra e Fastweb circa 33mila.

Ad ogni modo Kroes, che a breve dovrebbe svelare i nuovi regolamenti sulle TLC, è a favore della stabilità regolatoria, in modo che i progetti a medio e lungo termine possano concretizzarsi senza timori.  

Fiber-to-the-cabinet

"La situazione è grave, sul mercato italiano della telefonia fissa non c'è concorrenza, i soldi li fa solo l'operatore dominante, quando i concorrenti sono strutturalmente in perdita, anno dopo anno", hanno dichiarato i tre AD di Wind-Infostrada, Fastweb e Vodafone Italia.

''Quest'anno abbiamo una nuova Autorità per le comunicazioni che ora ha una grande chance per riaprire questo mercato. Dalla decisione che verrà presa si capirà se c'è l'intenzione di invertire un processo che si è acuito dal 2007. Altrimenti le nostre aziende dovranno seriamente rivedere le politiche di investimento sul mercato italiano''.

"La decisione avrà un impatto materiale sui conti di Telecom Italia che dovrà essere valutato dal CdA sia per quanto riguarda l'impatto sui programmi di investimento sia per quanto riguarda il percorso di societarizzazione della rete di accesso; un progetto del quale si conferma la validità, anche alla luce degli orientamenti comunitari, ma che la decisione di AGCOM mette fortemente a rischio", conclude il comunicato ufficiale di Telecom Italia.