Tariffe di unbundling più alte, AGCOM tenta la difesa

Il Garante delle Comunicazioni continua a difendere l'aumento dei costi di unbundling, favorevoli a Telecom Italia. I provider alternativi sembrano esagerare, ma la sostanza è che oltreconfine il trend tariffario è in discesa.

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a cura di Dario D'Elia

L'aumento dei costi di unbundling, che favorirà le casse di Telecom Italia, è corretto secondo il Garante delle Comunicazioni. Il presidente AGCOM Corrado Calabrò durante un'audizione al Senato si è detto stupito delle proteste montate dai provider alternativi. A suo parere parlare di 1 miliardo di euro di aumento non ha senso. Si tratta di una cifra "priva di fondamento […] artificiosamente costruita", e basata quindi su "dati fuorviati e fuorvianti".

Il presidente AGCOM Corrado Calabrò

"L'intero mercato sosterrà un costo aggiuntivo di circa 3,5 milioni mentre complessivamente, se gli aumenti per il 2011 e 2012 fossero riconosciuti a Telecom Italia, in virtù del miglioramento della qualità della rete, la manovra peserà in tre anni circa 70 milioni, a linee date", ha dichiarato Calabrò, come riporta Adnkronos.

In pratica il presidente AGCOM sostiene che gli aumenti tariffari siano bilanciati dalle riduzioni delle tariffe bitstream e dal miglioramento della qualità dei servizi. "Su una cosa voglio essere chiaro: da Telecom Italia pretendiamo qualità e servizio sia verso i consumatori finali sia verso i concorrenti. Troppe volte siamo stati alle prese con i malfunzionamenti della rete", ha aggiunto.

Come abbiamo già anticipato il canone sta aumentando a vista d'occhio: siamo passati dai 7,64 euro al mese del 2008 a 8,70 euro del 2010 – nel 2012 raggiungeremo il 9,48 euro. Il bitstream effettivamente scenderà nel triennio di circa l'1%.

Il problema forse è che Calabrò non spiega per quale motivo nel resto d'Europa i costi di unbundling siano in discesa, mentre nel nostro paese in crescita. Gli esperti del settore e gli operatori alternativi hanno il timore che il rame possa continuare a essere favorito: Telecom in fondo continua a guadagnarci bene con il minimo sforzo.

Quanto alle tariffe bitstream è evidente che siano in discesa: si tratta infatti di un servizio integralmente gestito nell'ultimo miglio dall'ex monopolista. Quindi nella maggior parte dei casi diffuso in aree in digital divide, dove la competizione è praticamente inesistente poiché il ritorno economico è minimo.

In ogni caso il nodo cruciale è uno: quali sono gli strumenti del Garante delle Comunicazioni per far rispettare le proprie direttive? Forse le ridicole sanzioni che vediamo comminare tutti i mesi?