Tariffe unbundling errate, dov'è la qualità Telecom?

Gli aumenti tariffari per l'accesso alla rete Telecom sono stati bocciati dalla Commissione Europea. AGCOM ha usato il metodo giusto ma completamente sbagliato i calcoli. Gli aumenti sono tollerati solo se a fronte del miglioramento della qualità dei servizi.

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a cura di Dario D'Elia

La Commissione UE ha bocciato gli aumenti tariffari stabiliti dall'AGCOM per l'accesso alla rete Telecom, soprattutto per quanto riguarda i servizi delle reti locali disaggregate (LLU). In pratica il nostro Garante delle Comunicazioni ha azzeccato la metodologia di valutazione ma sbagliato completamente il calcolo

"Secondo la Commissione i prezzi proposti dall'AGCOM non tengono sufficientemente conto dei costi commerciali e di manutenzione sostenuti da un operatore efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione", si legge nel documento ufficiale. "Da ciò il rischio che gli operatori alternativi si trovino a dover pagare prezzi più elevati di quelli generalmente esigibili per un accesso di alta qualità a una rete moderna".

Corrado Calabrò, presidente AGCOM

La Commissione di fatto ha deciso di invitare l'AGCOM "a riesaminare i propri calcoli utilizzando i dati di una società efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione". 

"È di fondamentale importanza che il prezzo fatturato dagli operatori storici delle comunicazioni degli Stati membri dell'UE ai propri concorrenti per poter accedere alle loro reti in rame sia equo. Un accesso equo rafforza la concorrenza nei servizi ai consumatori e fornisce corrette indicazioni di investimento. Invito l'AGCOM a riesaminare il calcolo dei prezzi di accesso di Telecom Italia, applicando in modo coerente il proprio modello per determinare i costi commerciali e di manutenzione", ha dichiarato Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e responsabile dell'Agenda digitale.

Ma cosa è successo allora? Semplice. La Commissione Europea da tempo sottolinea che l'aumento dei prezzi deve essere subordinato "al soddisfacimento da parte di Telecom Italia di determinati requisiti di qualità fissati dall'autorità di regolamentazione".

Insomma, è giusto fare il prezzo considerando costi commerciali e di manutenzione. Il problema è che "il regolatore (AGCOM, NdR) non sembra aver utilizzato i dati di una società efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione (sic!)".

"La Commissione invita pertanto l'AGCOM a riesaminare i dati utilizzati per stabilire i costi commerciali e di manutenzione e a rivedere il proprio approccio regolamentarein quanto non orientato ai costi – in relazione all'accesso in banda larga all'ingrosso (WBA) e all'affitto delle linee all'ingrosso (WLR). Inoltre, per quanto riguarda i requisiti di qualità che Telecom Italia deve soddisfare prima di procedere a un aumento dei prezzi, la Commissione invita l'AGCOM a illustrare con precisione le richieste presentate a Telecom Italia in modo da garantire la certezza regolamentare a tutti gli operatori di mercato", conclude il documento.

Oggi possiamo veramente ridere di pancia. Il comunicato è chiarissimo.