Telecom: 7500 dipendenti alla porta e 2000 nuove assunzioni

Telecom Italia e i sindacati hanno avviato un confronto sui tagli della forza lavoro, che quest'anno potrebbe arrivare a 7.500 unità.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia si appresterebbe a "tagliare" 7.500 posti di lavoro, almeno secondo quanto dichiarano i sindacati. Di questi almeno 4.000 sarebbero prepensionamenti, elevabili a 5.000 nel rispetto dell'articolo 4 della Legge Fornero. Insomma, i dipendenti che matureranno i requisiti quest'anno saranno accompagnati alla porta.

I rimanenti 2.500 del computo rientreranno nei cosiddetti esodi incentivati, una sorta di licenziamento volontario con un incentivo economico da stabilirsi in relazione allo status professionale del dipendente.

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Contemporaneamente a questa azione di sfoltimento, l'azienda avrebbe confermato l'assunzione di 2000 unità a fronte di una solidarietà espansiva (cioè finalizzata alle assunzioni) di circa 20 minuti al giorno che coinvolgerebbe tutti i dipendenti.

Secondo le stime degli analisti Telecom metterebbe a disposizione circa 550-570 milioni di euro per gli esodi volontari - già in buona parte accantonati nel bilancio 2017. A regime l'intera operazione dovrebbe consentire una riduzione dei costi di circa 400 milioni di euro.

Da ricordare infatti che nei primi 9 mesi del 2017 l'azienda ha dichiarato come costi del personale a livello domestico circa 1.937 milioni di euro, in calo di 109 milioni rispetto al periodo precedente. Se dovesse concretizzarsi il taglio dell'organico proposto le circa 50mila unità attuali scenderebbero di circa il 15%.

TIM

Il tema è certamente delicato ma sarebbe giusta una riflessione per comprendere cosa stia avvenendo. Da una parte, senza entrare nel merito delle strategie aziendali e la legittima mediazione sindacale, era risaputo che l'aggiornamento tecnologico delle infrastrutture avrebbe provocato effetti collaterali negativi sulla forza lavoro. La gestione e manutenzione delle apparecchiature e reti in rame richiedeva un maggiore impegno, mentre gli interventi relativi alla fibra sono ridotti. Anche solo i tassi di rottura sono notevolmente inferiori.

In secondo luogo, il numero dei clienti e quindi degli accessi è in costante discesa a causa della maturità del mercato e la crescente concorrenza. Ultimo, ma non meno importante, la difficoltà in alcuni casi di riallocare le risorse. I trascorsi "statali" di Telecom - ma in fondo è successo a tutte le imprese che hanno subito una trasformazione da pubblico a privato - hanno generato un fardello.

In azienda vi sono specialisti di eccellenza: dagli ingegneri fino ad arrivare ai tecnici specializzati che attivano i servizi di connettività negli appartamenti. Ma non si possono dimenticare anche coloro che non sono riallocabili o formabili, perché sono entrati in azienda in una fase dove le maglie della selezione erano un po' più larghe. 

Aggiornamento. Stanno filtrando informazioni più dettagliate sui tagli. Si parla di 100 dirigenti con stipendi medi lordi al di sopra dei 300mila euro, 7.500 dipendenti con con almeno 58 anni di età e 38 anni di anzianità aziendale. Mentre le nuove assunzioni partiranno da luglio 2018 sopratutto sfruttando i contratti dell'apprendistato professionalizzante.