Telecom ha la febbre, rilancio congelato

Il piano di rilancio per il broadband italiano, firmato da Caio, è stato congelato

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il Rapporto Caio per rilanciare il broadband italiano è stato "mezzo congelato", come hanno riferito fonti ben informate a MF Dow Jones. La situazione parrebbe essere troppo delicata per costringere Telecom Italia ad una strategia così ambiziosa.

Nel 2008, come riporta La Stampa, l'utile è crollato a 1,5 miliardi di euro, con conseguente risicato aumento delle azioni ordinarie e al risparmio. Insomma, sono finite le vacche grasse del periodo Tronchetti-Provera. Il consiglio di amministrazione ha promosso infatti "un aumento di capitale da 880 milioni di euro tramite emissione di azioni ordinarie e da 1 miliardo tramite obbligazioni convertibili riservate ad azionisti e dipendenti". Secondo gli esperti si è trattato di "un rinnovo in parte quasi automatico, in parte dettato dalla probabilità maggiore, in tempi di crisi, di dover chiedere aiuto al mercato".

Paolo Bertoluzzo, CEO di Vodafone Italia, è convinto che l'unica strategia vincente, proposta da Caio, sia la prima: quella che punta sullo scorporo dell'incumbent (ex-monopolista Telecom) e la copertura in fibra di 100 città. Il problema è che l'investimento dovrebbe essere di 10 miliardi distribuiti in 5 anni: un esborso attualmente insostenibile, malgrado i potenziali 800 milioni del Governo.

I consiglieri di Berlusconi, quindi, avrebbero iniziato a placare gli animi dei Forzisti più convinti dello scorporo. Franco Bernabé, CEO di Telecom Italia, effettivamente ha ancora qualche carta da giocare per mettere sull'attenti il Governo: la dismissione di asset non strategici come La7 e MTV, e potenziali partnership con aziende scomode a Mediaset come Sky.

Già, perché non bisogna dimenticate che la presenza di Telefonica in Telecom Italia, e gli ammiccamenti a Murdoch, sono l'incubo di Cologno Monzese. E qui si ricade – a mio parere – nel solito discorso del conflitto di interesse inesistente… secondo la maggioranza degli italiani.