Telecom Italia avverte: licenziamenti in vista, butta male

Il presidente esecutivo di Telecom Italia Bernabè, in audizione al Senato, ha spiegato che nel terzo trimestre 2011, per la prima volta, il settore TLC ha registrato forti riduzioni degli abbonamenti ADSL e residenziali. Moody's intanto ha tagliato l'outlook sul settore TLC europeo. Per Bernabè la situazione impone riduzioni della forza lavoro.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia si prepara a tagliare forza lavoro, poiché stanno iniziando a diminuire gli abbonamenti ADSL e gli accessi degli operatori alternativi. È sembrata quasi una coincidenza, ma ieri mentre il presidente esecutivo Franco Bernabè partecipava all'audizione della Commissione Industria del Senato, Moody's ha modificato le previsioni (outlook) sul settore TLC europeo.

"Dalle singole società ci attendiamo da un calo del 5% a una crescita del 2% nei prossimi 12 mesi", ha spiegato Carlos Winzer, analista di Moody's e autore del un rapporto che taglia da stabile a negativo l'outlook. Le cause sono note a tutti: fattori macroeconomici, "aggravati dalla crisi del debito oltre alle pressioni normative (taglio tariffe terminazione, NdR.) e competitive che perdurano", come riporta Il Sole 24 Ore. Il tutto si tradurrà praticamente in un calo medio dei ricavi tra l'1% e il 2%.

Franco Bernabé, il suo sguardo sul futuro

"Nel terzo trimestre 2011, per la prima volta, il settore TLC ha registrato la riduzione del numero di accessi su rete fissa degli operatori alternativi e la diminuzione del numero complessivo di linee a banda larga fissa. Risultati che impongono a tutti gli operatori riduzioni della forza lavoro", ha dichiarato Bernabé.

In Italia effettivamente le famiglie senza collegamento alla rete fissa hanno raggiunto il 30% del totale pari a circa 7,5 milioni – contro il 19% in Spagna, 13% nel Regno Unito e 12% in Germania. Quelle "solo residenziali" pesano per il 6% sfiorando 1,5 milioni. Da rilevare però che il successo del contratti mobile Internet potrebbe aver cannibalizzato il residenziale e l'ADSL tradizionale, fondamentalmente veicolando le entrate da Telecom Italia a TIM. Insomma, una partita di giro che forse dovrebbe essere calcolata nell'equazione.

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Bernabè ha sottolineato anche che esiste un "problema di travaso degli addetti". Il passaggio dal rame alla fibra, ma fondamentalmente dalle vecchie tecnologie alle nuove, richiede una forza lavoro inferiore ma più alfabetizzata a livello informatico. Inoltre com'è risaputo i tassi di rottura sulle reti di nuova generazione sono nettamente inferiori rispetto alle vecchie. Insomma, il taglio (anche in prospettiva) sembrerebbe inevitabile, secondo la dirigenza Telecom.

Come ha fatto giustamente notare Daniele Lepido de Il Sole 24 Ore, però, Telecom Italia potrebbe essere una delle poche società a essere in grado di stringere i denti. In base al report di Moody's, infatti, vanta un ebitda margin del 45% contro una media di settore del 36%. In pratica l'incidenza del suo reddito operativo sul fatturato è fra i più alti: produce più utili in proporzione alle entrate.

Insomma, la società TLC più grande e importante del mercato italiano, nel momento più difficile per il paese, ha mandato un segnale ai sindacati. Bisognerà andare oltre l'accordo del luglio 2010, che ha previsto 6800 licenziamenti entro fine 2012. Quanti saranno a questo giro?