Telecom Italia è passata nelle mani di Telefonica

Telefonica ha consolidato il controllo su Telecom Italia.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia è diventata una filiale di Telefonica: nella giornata di ieri si è giunti all'intesa fra i grandi azionisti. Il colosso spagnolo è riuscito a convincere Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo a cedere una parte delle rispettive azioni di Telco, la holding che detiene il 22,4% di Telecom Italia.

Telefonica passerà dall'attuale 46% al 65%, ma è già prevista un'ulteriore opzione (aumento di capitale) che le consentirà in futuro di raggiungere il 70% - spostando di 6 mesi il periodo finestra per le disdette del patto-Telco.

È successo tutto questa notte, e per i dettagli si aspetta il primo comunicato ufficiale prima dell'apertura della Borsa. In ogni caso secondo indiscrezioni il prezzo pattuito dovrebbe essere di 1 euro ad azione; ieri il titolo si è assestato alla chiusura a 0,59 euro registrando un +3,42%.

Telefonica in bolina

Dopodiché si parla anche della probabile uscita dal mercato brasiliano per evitare a Telefonica problemi antitrust. Un peccato perché si trattava di un'area in forte crescita e decisamente remunerativa. Ed è difficile anche prevedere una vendita al miglior offerente poiché la telco spagnola, già presente con Vivo, cercherà di non favorire i concorrenti diretti puntando magari ad outsider.

Per quanto riguarda il rating del debito si suppone che, senza informazioni precise sulle vendite, S&P e Moody’s possano proseguire nella valutazione negativa. Sotto il profilo occupazionale invece quasi scontata l'esternalizzazione dei servizi call center (12mila dipendenti), in linea con quanto avviene in Spagna. Secondo le stime attualmente i costi sono del 30% superiori rispetto all'outsourcing.

Infine il tema dello scorporo della Rete. Inutile girarci intorno: agli spagnoli l'idea non piace. A maggio il presidente Alierta disertò il CdA che ne deliberò il progetto; il suo uomo di fiducia Julio Linares si astenne dalla votazione.

Il governo però ha già fatto sapere che non metterà becco nella vicenda. Il vice ministro delle Attività Produttive, Antonio Catricalà, ha sottolineato che non vi sono le condizioni per uno "scorporo coatto" e che giocare la carta della "golden share farebbe perdere valore a Telecom".

Telecom Italia in cantiere

I consumatori devono prendere positivamente o negativamente la vendita? Da una parte la cessione agli spagnoli non può che dispiacere per questioni di prestigio nazionale. Perdere il proprio operatore TLC di riferimento è uno smacco sia per la politica che per il mondo finanziario. Certamente questo dettaglio non può bastare per costruirvi un'operazione di salvataggio estrema, come è avvenuto con il fallimentare progetto Alitalia. Però la mestizia rimane: Telecom Italia a lungo ha rappresentato un'eccellenza europea e i risultati sono stati raggiungi grazie ai soldi degli italiani.

È pur vero che Telefonica ha deciso di farsi carico dei 40 miliardi di debiti finanziari di Telecom, sommandoli ai suoi 66,8 miliardi. Insomma, si è comprata una torta salata non certo un dolcetto. Quindi bisognerà aspettarsi qualche cessione o dismissione. L'uscita di scena anche dal mercato sudamericano tamponerà il debito, ma bloccherà la crescita.

Una nota positiva probabilmente verrà sul fronte competitivo. Difficile che una Telecom Italia a trazione spagnola venga favorita come è avvenuto in passato. Probabile che sulla neutralità dell'accesso alla Rete si faccia qualche decisivo passo in avanti. La politica chiederà all'ex-monopolista di essere più collaborativo per evitare che venga aperto il dibattito sulla governance ed eventualmente sulla golden share.