Telecom Italia "rischia" di incassare tra i 780 e 935 milioni di euro dalla quotazione in Borsa del 40% di Inwit, la sua società che gestisce le 11.500 torri, tralicci e pali per le telecomunicazioni mobili. Ma che ne farà di questo capitale? Beh, buone notizie per gli italiani. "Useremo le risorse per il piano industriale che ci vede impegnati nello sviluppo della banda ultralarga fissa e mobile. Acceleriamo gli investimenti per dare ulteriore credibilità al Piano", ha dichiarato l'AD Patuano.
Ovviamente una parte sarà impiegata anche per ridurre l'indebitamento, ma quel che conta è che il settore delle telecomunicazioni non è mai stato così vivo come nell'ultimo anno.
Gli stessi titoli di Inwit in soli 47 minuti sono stati oggetto di così tante prenotazioni provenienti dai fondi internazionali che il prezzo di collocamento sarà a metà della forchetta prestabilita (3,25-3,9 euro) – la capitalizzazione della società potrebbe sfiorare quindi i 2,3 miliardi di euro. Un dato notevole considerato che vale tra le 15,5 e 18,4 volte l'EV/Ebitda (Enterprise Value/Ebit più ammortamenti) pro forma del 2014. In pratica il settore torri fa gola.
"Il settore delle torri va verso la concentrazione, si potranno fare sinergie ed estrarre valore per tutti gli azionisti. Inwit avrà pochi debiti per poter essere protagonista del consolidamento", ha aggiunto Patuano. Telecom Italia infatti starebbe pensando di scendere anche sotto la maggioranza nel tempo di fronte a qualche generosa offerta.
E c'è ancora un'altra bella notizia sempre per Telecom – e in verità tutti gli operatori mobili – ovvero la preparazione di un decreto che potrebbe innalzare i limiti elettromagnetici dei siti. "Uniformando la soglia nazionale a quella vigente in materia in Europa, sarebbe un rilevante upside per noi, aumenterebbe il numero di inquilini per sito", ha spiegato l'AD di Inwit Oscar Cicchetti. "Certo ciò non garantisce che diventi legge".