Telecom Italia ha detto sì allo scorporo della rete

Ieri il CDA di Telecom Italia ha dato incarico al presidente Bernabé e l'AD Patuano di accelerare le trattative con la Cassa Depositi e Prestiti per lo scorporo della rete. L'idea è di creare una NewCo dove far confluire le infrastrutture in rame e fibra.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia ha deciso di separare la rete dai servizi: lo scorporo si farà grazie al coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti. Ieri il consiglio di amministrazione (fiume) dell'azienda si è concluso molto positivamente. A tutte le domande delle scorse settimane è stata fornita una risposta.

Il primo nodo era rappresentato dal caso Sawiris. Il magnate egiziano tre settimane fa aveva proposto di investire 3 miliardi di euro nel capitale Telecom, puntando su un aumento di capitale a 70 centesimi quando i soci della holding Telco possiedono le azioni a 1,5 euro. Il CDA ha semplicemente detto no.

La seconda questione sul tavolo era quella della vendita di TiMedia e quindi gli asset televisivi del gruppo. Ebbene, dopo tanti mesi alla fine ieri si sono materializzate solo due proposte: quella di Clessidra-Equinox e quella di Cairo editore. Non sono sembrate all'altezza e quindi si continuerà con le trattative.

Telecom Italia

Infine, la questione più calda e importante: lo scorporo della rete. L'idea è quella di creare una nuova società su cui far confluire le infrastrutture (rame e fibra). La Cassa Depositi e Prestiti dovrebbe entrarvi con un investimento consistente, che però sarà l'oggetto di trattativa dei prossimi 2 mesi - per febbraio è previsto il nuovo piano industriale. Telecom infatti stima i suoi asset in 15 miliardi di euro, mentre CDP in 11/12 miliardi. Il presidente Franco Bernabé e l'AD Marco Patuano di fatto dovranno trovare un accordo con i vertici della finanziaria italiana, che è partecipata per il 70% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e per il 30% da diverse fondazioni bancarie.

Un altro ostacolo è rappresentato dalla governance: Telecom vorrebbe detenere il controllo della nuova società copiando il modello Open Reach di British Telecom. In pratica considerare la NewCo una vera sussidiaria e nominare l'amministratore delegato.

Nel Regno Unito però le cose sono andate leggermente in modo diverso poiché Open Reach è nata nel 2006 da un accordo tra l'ex monopolista British Telecom e l'authority TLC OFCOM per assicurare agli operatori alternativi un accesso equo alla rete nazionale. Qui invece si parla di uno scorporo per salvare un'azienda che ha circa 29 miliardi di euro di debito, soci un po' stanchi, Authority che iniziano a mettere i bastoni fra le ruote e un fastidioso concorrente chiamato Metroweb.