Telecom Italia: il problema dell'Italia è l'ignoranza digitale

Il presidente di Telecom Italia sostiene che sia fondamentale risolvere il problema della mancanza di cultura digitale e preparazione all'uso dei computer. In ogni caso urge ridare stabilità economica al paese. Per le infrastrutture non c'è da preoccuparsi.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Franco Bernabè, il presidente di Telecom Italia, ha le idee molto chiare su come bisognerebbe procedere per avviare una rivoluzione digitale in Italia. "Prima di tutto rimettere in moto l'economia, ripristinando un flusso regolare di credito alle imprese e le condizioni per l'occupazione", ha spiegato al Sole 24 Ore. L'indicazione non è banale, perché spesso i grandi progetti sono tali solo sulla carta. E con sano realismo Bernabè ha ricordato che in Italia la priorità è il salvataggio finanziario, poi si può aprire il ciclo per il resto. Anzi, senza il primo non si può pensare di andare da nessuna parte.

Per quanto riguarda l'Agenda Digitale "è chiaro che ora occorre accelerare sui provvedimenti attuativi", ma secondo il massimo dirigente Telecom "sarà una delle prime cose di cui si occuperà il governo". Dopodiché bisognerà ricordarsi di mobilitare Regioni, Province e Comuni "perché il problema principale riguarda la formazione e il grado di preparazione digitale della popolazione".

L'italiano ignora

E ogni Regione è diversa dalle altre per infrastruttura, livello di scolarizzazione, tessuto socioeconomico, etc. Questo il motivo per cui ad esempio è stato presentato "Italia connessa-Agende digitali regionali", una sorta di libro bianco realizzato da Telecom sulle best practice per raggiungere gli obiettive dell'Agenda Digitale.

In ogni caso sotto il punto di vista delle infrastrutture di rete Bernabè appare poco preoccupato. A suoi parere gli obiettivi europei sono a portata di mano. Entro la fine dell'anno dovrà essere assicurata al 95% della popolazione una connessione broadband, mentre per il 2020 il 50% dovrà poter disporre di un servizio da almeno 30 Megabit.

"Per quanto riguarda la copertura della banda ultralarga, nel mobile l'Italia è tra i paesi più avanzati, sul fisso Telecom Italia è già in grado di realizzare gli obiettivi (25% della popolazione entro il 2014, N.d.R.) e questo indipendentemente dalle valutazioni in corso sulla rete e dall'eventuale futuro coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti", ha aggiunto il massimo dirigente Telecom.

Insomma, la preoccupazione maggiore proviene dall'adozione dei servizi online. In Italia si conta un 50% della popolazione estraneo al Web. Il problema è noto sia agli addetti ai lavori che agli appassionati: manca cultura digitale e "preparazione all'uso del computer", come ha ricordato lo stesso Bernabè.