Telecom Italia: scorporo, fusioni e stile Alitalia

Il destino di Telecom Italia è sempre più fumoso; anche lo scorporo nasconde un rischio

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia è sempre più un enigma. Così anche il destino delle infrastrutture digitali italiane. Durante il convegno "Italia in Rete", organizzato ieri dal Partito Democratico, i principali esponenti industriali del settore e alcuni deputati Democratici hanno lungamente dibattuto sul futuro del broadband e delle NGN (Next Generation Network).

Come abbiamo segnalato ieri pomeriggio, Paolo Gentiloni, responsabile dell'area Comunicazione del PD, ha svelato un progetto di rilancio basato su accordi regionali di sviluppo, promozioni per l'acquisto di pc, etc. Contemporaneamente, ha sottolineato la sua contrarietà ad un'eventuale fusione tra Telecom Italia e Telefonica – possibilità più volte sconfessata da Franco Bernabè, amministratore delegato dell'incumbent. Dello stesso avviso il Governo, che per non doversi più preoccupare delle azioni di Telecom Italia punterebbe al suo scorporo – e quindi la separazione della Rete dai Servizi.

Un nutrito gruppo di osservatori specializzati sostiene che i rapporti incestuosi tra Telecom Italia e Telefonica potrebbero aprire la strada ad una più strategica distribuzione online dei contenuti di Sky. Questo l'incubo di Mediaset, e quindi del suo azionista di maggioranza.

Insomma, il timore che attanaglia la politica è che Telecom Italia, per risanare la sua condizione finanziaria, possa concedersi a Telefonica - e quindi condizionare lo sviluppo del network nazionale a tempo di nacchere. Allo stesso tempo gli stretti rapporti tra l'operatore spagnolo e il magnate Rupert Murdoch potrebbero alterare gli equilibri dell'industria dei media nazionale, rompendo il duopolio Rai-Mediaset.

Ad aggravare la situazione il rischio "cordata". Secondo Gentiloni, il Governo starebbe sondando il terreno per cooptare un nuovo gruppo di volenterosi – come è avvenuto con Alitalia – a cui affidare "la rete scorporata".