L'Antitrust ultimamente è costretta a straordinari sul fronte telco: l'indagine per presunto abuso di posizione dominante a carico di Telecom Italia si arricchisce di un nuovo fronte. Ieri l'AGCM ha confermato l'estensione del procedimento avviato nel giugno dello scorso.Ai tempi si parlava di presunti ostacoli posti allo svolgimento delle procedure di gara indette da Infratel e politiche commerciali anticoncorrenziali per "rendere meno contendibile la propria base di clientela nel processo di migrazione alle offerte a banda ultralarga".
Adesso invece si suppone anche "una strategia abusiva volta a ostacolare l'ingresso del nuovo concorrente infrastrutturale nei servizi di comunicazione a banda ultralarga". Insomma, la potenziale vittima sembra proprio essere Open Fiber.
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"L'ampliamento dell'oggetto del procedimento si è reso necessario poiché, nel corso dell'istruttoria, sembra emergere un ulteriore comportamento anticoncorrenziale, consistente nel tentativo di Telecom Italia di applicare, nella fornitura di servizi di accesso all'ingrosso a banda larga e ultralarga, condizioni economiche suscettibili di ostacolare la concorrenza infrastrutturale e limitare la contendibilità dei clienti che acquistano i servizi all'ingrosso", si legge nel documento.
L'AGCM vuole scoprire se Telecom Italia abbia usato impropriamente "delle informazioni privilegiate di cui essa dispone in qualità di operatore in posizione dominante nelle attività concernenti la gestione della rete".
Ecco spiegata quindi l'ispezione della Guardia di Finanza avvenuta ieri presso la sede dell'operatore.
Da ricordare infine che si è giunti a questa indagine grazie alle segnalazioni di Open Fiber S.p.A. del 10 novembre 2017, di Wind Tre S.p.A. del 6 ottobre 2017 e del 24 ottobre 2017 e di Vodafone Italia S.p.A. del 6 luglio 2017, 25 luglio 2017 e 13 novembre 2017.
Telecom Italia avrà 30 giorni per difendersi.