Telecom non condivide, la fibra si gioca a modo suo

Franco Bernabè, come riporta il Sole 24 ore, è pronto a riproporre uno scambio di infrastrutture passive o qualcosa di simile a quanto è avvenuto con Fastweb e Vodafone, ma niente di più. Intanto Telecom lancia sul tavolo lo switch off della rete in rame di Milano.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom non condividerà la rete con Fastweb, Vodafone e Wind. L'amministratore delegato dell'azienda Franco Bernabè, stando a quando riporta oggi il Sole 24 Ore, è stato chiaro sul nuovo progetto "fibra per l'Italia" degli avversari. "Siamo pronti a condividere possibili infrastrutture, a esaminare proposte che vadano nella direzione di una miglior efficienza del sistema, ma questo non implica che cambieremo i nostri programmi di investimento sulla rete", ha dichiarato Bernabé. "Metteremo la fibra dove serve in coerenza con il nostro piano che resta quel che è!".

Franco Bernabè, AD di Telecom

Fin qui le affermazioni potrebbero essere lasciate a interpretazioni di ogni genere, ma quando durante la conference call con gli analisti qualcuno chiede di spiegare cosa voglia dire "disponibilità a condividere infrastrutture" tutto risulta chiaro. "Quello che abbiamo già fatto con Fastweb e Vodafone
", ha risposto l'ad. Come ricorda il Sole 24 Ore si tratterebbe quindi di "scambio di infrastrutture passive" com'è avvenuto in ambito residenziale e mobile, quindi niente di più.

Condividere la rete o entrare a fare parte di una società con altri operatori, a questo punto, sembrerebbe escluso. In ogni caso bisogna attendere la presentazione stampa ufficiale programmata per oggi da Fastweb, Vodafone e Wind per chiudere il quadro.

Bernabè, comunque, stamani ha approfittato della pagine de La Stampa per lanciare la sua contro-proposta al di là del campo.

"Telecom Italia è pronta, in coordinamento con l'Authority, a studiare lo switch off della rete in rame a Milano in vista dell'Expo 2015".

"Anziché polemizzare su cifre e problemi teorici, cominciamo a eliminare a Milano la vecchia rete in rame sostituendola con la nuova in fibra. Noi siamo disponibili a fare tutto ciò che è necessario. Serve l'accordo di tutti, costruire il quadro regolatorio, definire ogni tipologia di infrastruttura, ma se il progetto funziona potremo ripeterlo altrove. È un passo in avanti?".

Le affermazioni di Paolo Romani (Governo, no alla rete in fibra senza Telecom) non erano a caso. Difficile pensare di poter mettere di mezzo l'Authority delle Comunicazioni, in un eventuale switch off della rete in rame, senza un sì (preventivo) di Palazzo Chigi. I maliziosi potrebbero pensare che cablare Milano per l'Expo 2015 sia una piacerino, che preluda ad altro.

L'ultimo elemento interessante, poi, riguarda l'aumento delle tariffe di unbundling previsto dall'Authority. "Telecom Italia investe poco sulla rete e l'aumento dell'unbundling peggiora ulteriormente la situazione", ha dichiarato qualche giorno fa l'AD di Fastweb Carsten Schloter. "Il rischio, alla fine di questo processo, è quello di avere una delle reti più costose e inefficienti in Europa e una riduzione degli spazi per i concorrenti".

"L'Italia sta diventando sempre più costosa rispetto al resto d'Europa. Questa situazione è piuttosto contraddittoria, se consideriamo tutto il dibattito sulla necessità di realizzare una rete di nuova generazione".