Telecom sarà di nuovo grande, ma a Milano l'FTTH non decolla

L'AD di Vivendi Arnaud de Puyfontaine sostiene che Telecom sarà nuovamente grande pur senza controllo francese. C'è la joint venture con Canal Plus nell'aria.

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a cura di Dario D'Elia

"Vivendi non controlla Telecom", ha dichiarato ieri l'AD di Vivendi Arnaud de Puyfontaine. Sarà "nuovamente grande". E viene un po' da sorridere a sentire dire che il più grande operatore TLC italiano tornerà ai fasti del passato senza un autista che ne domina ogni aspetto.

Eppure con le attuali norme funziona così e tutto appare interpretabile - tanto più che non si sa ancora se il Governo eserciterà o meno i golden power previsti per le società strategiche.

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La guida senza "controllo"

Resta il fatto che il piano dei francesi è ambizioso e sulla carta ben congegnato. "Quello che ci proponiamo è di portare avanti una seconda fase di rilancio nel gruppo telefonico, accompagnandola con un nuova governance e un nuovo management che porti nuove idee e nuova crescita al gruppo", ha assicurato de Puyfontaine.

Prima di tutto c'è in vista una joint venture tra Telecom e la pay TV del gruppo Canal Plus. Mossa azzeccata considerando che senza contenuti appetibili i servizi fibra non si riescono a vendere. Ancora oggi i dati confermano che anche in presenza di copertura FTTC o FTTH le famiglie italiane non si abbonano.

Un anno fa Telecom e Fastweb ammisero che la percentuale di auto-esclusi era di 9 su 10. Oggi i dati diffusi dall'AGCOM (Broadbandmap) dicono che le percentuali sono più incoraggianti ma comunque avvilenti. Ad esempio a Milano su 1,5 milioni di famiglie, circa 802mila sono abbonate a servizi ADSL, 122mila a servizi VDSL e 286mila a FTTH. La copertura di popolazione raggiunta però da servizi FTTH con velocità superiori a 500 Mbps è dell'84,51%.

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Dati di Milano

Insomma, tutti gli investimenti fatti in questi anni per cablare il capoluogo lombardo sembrano essere serviti a poco. La domanda è ancora bassa. Ma non è una caratteristica "milanese" bensì un disinteresse diffuso legato probabilmente ai costi degli abbonamenti - che comunque sono in linea con il resto d'Europa, l'analfabetismo informatico e soprattutto la mancanza di un'offerta video adeguata.

Tim Vision però, in tal senso, sta crescendo. Oggi ha un'interfaccia più matura, un portfolio titoli più completo e soprattutto un canale sport che sta muovendo i primi passi. Inutile girarci intorno, il calcio in Italia è ancora uno dei motori (pay) per il successo. Sky ci ha costruito i numeri del suo dominio.

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Ecco quindi la carta Canal Plus, una pay-per-view analoga (per contenuti) a quella di Murdoch. Che per altro appare come la soluzione al contenzioso con Mediaset. Ad oggi la partecipazione del 29% di Vivendi è ancora sotto la spada di Damocle di una causa di risarcimento miliardaria.


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