Telecom sotto indagine antitrust per costi gonfiati

Indagine antitrust a carico di Telecom Italia inerente il mercato della manutenzione.

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a cura di Dario D'Elia

L'Antitrust sta indagando sui costi di manutenzione delle linee fisse che Telecom Italia applica ai concorrenti. Secondo quanto riporta La Repubblica si presume che l'ex monopolista abbia indotto le società di manutenzione a dichiarare al Garante delle Comunicazioni (AGCOM) prezzi più alti e ingiustificati. In questo modo, sempre secondo l'Antitrust (AGCM), si suppone sia stato possibile condizionare al rialzo le tariffe all'ingrosso.

"Nella documentazione acquisita nel corso dell’istruttoria emerge che Telecom Italia avrebbe svolto un ruolo di coordinamento [...] un ruolo di raccordo tra le parti, anche in relazione alle posizioni rappresentate (condizioni tecniche ed economiche, N.d.R.) all'Autorità Garante delle Comunicazioni", si legge nel documento AGCM.

Problemi tariffari per la manutenzione

Nei prossimi giorni il Garante del Mercato e della Concorrenza dovrebbe procedere con la comunicazione ufficiale del provvedimento, che risulterebbe essere stato preso il 10 luglio. A questo punto è verosimile pensare che le recenti decisioni del Garante delle Comunicazioni in ambito tariffario abbiano un qualche legame con questa vicenda.

Telecom ha duramente criticato la proposta di riduzione, ma l'AGCOM si è giustificata spiegando che sopratutto i tagli del bitstream (-22,36%) e del Wholesale Line Rental (-4,79%) sono dovuti a un adeguamento della metodologia. In pratica dal passaggio "retail minus" al criterio dell'orientamento al costo. Trattandosi di calcoli basati sui reali costi è evidente che la componente manutenzione diventa caratterizzante. Infatti, entrando nello specifico, la tariffa di unbundling precedente era di 9,28 euro linea/mese, di cui 2 euro di manutenzione. Il taglio dell'altro giorno a 8,68 euro avrebbe considerato il crollo dei costi a 1,4 euro.

Il presidente AGCM Petruzzella

La storia comunque parte da lontano. Ad aprile Wind ha segnalato all'AGCM presunte irregolarità riguardanti l'operato delle società di manutenzione Alpitel, Ceit Impianti, Sielte, Sirti, Site e Valtellina. Il Garante ha avviato un'istruttoria per verificare se "abbiano posto in essere condotte in grado di restringere la concorrenza nel mercato dei servizi tecnici accessori all’ingrosso alla rete fissa telefonica". L'operatore mobile sostiene che si sia creato una sorta di cartello sui prezzi per i servizi di manutenzione correttiva dei guasti di rete (c.d. assurance) e per i servizi di attivazione della linea (c.d. delivery).

Bisogna ricordare che una denuncia di questo tipo oggi è possibile poiché dall'aprile 2012 è avvenuta la liberalizzazione dei "servizi accessori all'accesso all'ingrosso alla rete fissa". Una svolta epocale fortemente desiderata dagli operatori telefonici alternativi.

Secondo quanto anticipa La Repubblica il cartello potrebbe aver visto il coinvolgimento anche di Telecom Italia. Anche perché un'altra denuncia di novembre 2012, depositata da Fastweb e Wind, sosteneva errori di congruità nei costi di manutenzione indicati dall'incumbent. Il Consiglio di Stato a marzo ha poi confermato che i precedenti prezzi di unbundling decisi dall'AGCOM (presidenza Calabrò) erano stati stabiliti senza tener conto dei reali contratti stipulati tra Telecom e i manutentori delle linee.