Telecom vuol tagliare banda passante al P2P

Telecom Italia ha ammesso la sperimentazione in 44 comuni italiani di tecniche di Network Management. Teoricamente dovrebbero migliorare solo la qualità del servizio, ma in verità limitano l'utilizzo del P2P per favorire applicazioni real time come la navigazione o il mailing.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia ha avviato la sperimentazione di tecniche di Network Management: praticamente in alcuni comuni d'Italia differenzia la velocità di connessione a seconda delle applicazioni usate dagli utenti. Un affronto alla cosiddetta net neutrality, che ad esempio negli Stati Uniti – dopo tanti abusi da parte di alcuni provider – potrebbe essere imposta dalla Federal Communications Commission.

Network Management, nuova frontiera

"Al fine di garantire un miglior servizio ai suoi Clienti a partire dal prossimo mese di aprile Telecom Italia inizierà una sperimentazione mirata di tecniche di Network Management", si scopre sul sito 187
di Telecom. L'obiettivo pare essere quello di migliorare la qualità delle connessioni, prevenendo situazioni di rallentamento della velocità a seguito di picchi di traffico.

Sebbene si tratti di soli 6 mesi per 44 comuni di dieci regioni diverse, c'è da preoccuparsi poiché di fatto l'operatore sfavorirà applicazioni esigenti come il P2P.

"Le tecniche di Network Management che saranno sperimentate sono basate su meccanismi, automatici e non discriminatori, di ottimizzazione dell'impegno massimo di risorse di rete da parte di applicazioni che necessitano di un maggior consumo di banda (ad es. peer-to-peer). Senza pregiudicare il funzionamento di queste ultime, sarà così garantita una sufficiente disponibilità di banda per il funzionamento soddisfacente di applicazioni real time e near-real time (es. navigazione, posta elettronica, ecc.), consentendo un miglioramento complessivo nella qualità media del servizio fruito dalla generalità della clientela", spiega nei dettagli Telecom.

Elenco comuni in sperimentazione - clicca per ingrandire

Ora, l'aspetto divertente della questione è che Telecom sembra aver avvertito, secondo quanto riporta La Repubblica, solo il Ministero dello Sviluppo Economico e non l'Autorità garante delle comunicazioni.

L'Associazione Italiana Internet Provider, praticamente l'organizzazione che raccoglie i piccoli operatori, ovviamente l'ha presa malissimo. Non solo per la questione della neutralità della rete ma anche perché si rischia di dar vita a servizi differenziati quanto a qualità, semplicemente per favorire gli interessi del monopolista dell'infrastruttura nazionale. Com'è risaputo per fornire i loro servizi si affidano alla rete Telecom: favorire qualcuno, ovviamente potrebbe generare ripercussioni su altri…

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