Tempo di "mixed media"

Negli Stati Uniti il 2006 si è chiuso con un fatturato della pubblicità online di 16,8 miliardi di dollari; i marketer scommettono sempre di più sul web.

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a cura di Dario D'Elia

Tempo di "mixed media"

Per Greg Sterling, responsabile di Sterling Market Intelligence, le parole chiave sono "mixed media". "Non tutti le aziende sono tenute a seguire il percorso di Microsoft, ma comunque farebbero bene a mixare al meglio ogni veicolo pubblicitario", ha sottolineato Sterling.

"Se sei un media buyer tradizionale e decidi di investire tutto su Internet perdi l'audience che utilizza i media tradizionali durante il prime time. I media alternativi, come il web, non devono essere considerati come indipendenti, ma complementari".

Un mixing adeguato, inoltre, ha come vantaggio principale la possibilità di ottenere migliori misurazioni. Secondo gli analisti, i marketer più attenti utilizzano la pubblicità online per comprendere in maggiore profondità l'impatto delle iniziative off-line. Le aziende più blasonate che lanciano campagne sui media tradizionali spesso mostrano il loro indirizzo web per valutare poi il traffico generato - un segno evidente del successo o meno dell'intera campagna.  

"Le agenzie pubblicitarie tradizionali sono state molto prudenti per anni sul web. Fondamentalmente perché si trovavano più a loro agio off-line", ha spiegato Sterling. "Oggi Internet è stata finalmente riconosciuta come una dimensione di grande impatto per gli acquisti. E fondamentalmente funziona bene sia per gli interessi delle aziende che per i consumatori".