Terminator in arrivo nel mondo reale, dice un Generale USA

Il dibattito verte sull'uso di macchine intelligenti sul campo di battaglia, robot in grado di decidere autonomamente se colpire o meno bersagli umani. Un dibattito che non è solo valutazione etica delle potenzialità, ma anche misura della situazione attuale e del futuro immediato.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Un generale dell'Aeronautica USA ha parlato apertamente del "pericolo Terminator", evidenziando quanto sia concreto il pericolo rappresentato da macchine in grado di decidere autonomamente se e quando uccidere un essere umano.

"Non stiamo parlando di missili o mine, ma di sistemi robotici capaci di attacchi letali ... un Terminator senza coscienza", ha detto il generale Paul Selva durante un suo recente intervento pubblico. Il tema del suo discorso era soprattutto l'etica nell'uso delle macchine, così ben evidenziato dal recente film Il Diritto di Uccidere - che tuttavia descrive la realtà attuale, in cui è un essere umano ad avere l'ultima parola.

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Foto: Inokos per Depositphotos

È tuttavia sintomatico che un comandante militare statunitense tocchi un argomento che fino a tempi recenti era relegato al campo della fantascienza. Da diverso tempo, ormai, si dibatte sull'opportunità di sviluppare macchine che possano decidere da sole se colpire oppure no, e l'intervento di Selva va quindi ad alimentare un dibattito etico molto complesso, che di sicuro non si risolverà presto.

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Se un militare altolocato tocca pubblicamente l'argomento, forse è lecito supporre che queste tecnologie siano molto più concrete di quanto la maggior parte di noi creda. Non la finzione di un film, quindi, ma la realtà del campo di battaglia. Gli USA o gli altri paesi probabilmente hanno già ottenuto risultati molto concreti, e anche per questo il generale ha sollevato l'urgenza del dibattito. Selva ha anche sottolineato l'opportunità di stringere nuovi accordi con aziende del mondo hi-tech: il coinvolgimento di Google, Microsoft, Amazon o altri nel mondo militare non farebbe che rendere ancora più complessa la situazione.

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Il giornalista Curtis Silver fa notare poi come questo tipo di dichiarazioni pubbliche possa avere anche un altro scopo, quello di prepararci ad accettare una realtà che sta per manifestarsi. Presentando nel modo giusto queste macchine assassine, in altre parole, il pubblico sarà disposto ad accettarle quando arriveranno davvero.

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Foto: vitality_sokol per Depositphotos

Se l'appello di Selva indica che le forze militari del mondo stanno puntando a questo tipo di tecnologia, allora, significa che potrebbe ripetersi una nuova corsa agli armamenti come quella alle armi nucleari? Potrebbe succedere che le potenze del mondo inneschino una proliferazione di macchine autonome progettate per uccidere gli esseri umani? E se tale scenario si verificasse, quanto sarebbe grande il pericolo di una gestione sbagliata?

Le domande non fanno che accumularsi, senza dimenticare che anche gli studi sull'Intelligenza Artificiale stanno progredendo a ritmo molto sostenuto, e non è da escludere l'idea di un esercito di macchine controllato da una AI che dovrebbe restare sotto il controllo di questo o quello Stato.

Ed ecco come da una dichiarazione l'immaginazione corre a scenari tipici dei film Sci-Fi. Ma se Terminator o The Matrix ci hanno divertito, l'idea di una loro versione reale solleva dubbi e paure del tutto concreti. Saremo in grado di gestire questo passaggio, o andiamo verso una nuova interpretazione de Il Dott. Stranamore?

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