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a cura di Andrea Balena

Ormai siamo arrivati a un momento storico in cui dobbiamo raccontare a ragazzi e bambini cosa è avvenuto nella tragica mattina dell'11 settembre 2001 - o 9/11 all'americana - e cosa ha significato questo evento per tutta la storia contemporanea. Al posto del monumento funebre che si trova oggi nel cuore di Manhattan appena pochi anni fa sorgevano i due poli della vita economica di una nazione, due torri gemelle che rappresentavano un simbolo per l'Occidente, frequentato ogni giorno da decine di migliaia di persone, crollate in appena un'ora dopo l'impatto di due aerei di linea dirottati da membri dell'organizzazione terroristica Al-Qaeda.

Anche senza iscriversi al campo del complottismo più sfrenato, per anni in tanti ci si è domandato come fosse stato possibile che un attentato di così grande portata sia sfuggito all'attenzione dell'intelligence del più grande stato occidentale. Studiando i risultati delle commissioni giudiziarie del 2004 e anni di investigazioni interne, il giornalista del The New Yorker Lawrence Wright ha scritto Le altissime torri: Come Al-Qaeda giunse all'11 settembre (2007), la più completa inchiesta giornalistica sull'evento che gli ha fatto vincere un Premio Pulitzer. Basandosi su quel libro, il servizio di produzione e streaming Hulu ha prodotto The Looming Tower, un romanzato ma fedele adattamento su schermo degli eventi e delle cause che hanno portato a quell'attentato. In Italia possiamo trovarlo su Amazon Prime Video.

ali soufan

La miniserie ripercorre tutto il decennio precedente all'11 settembre, seguendo la prima guerra degli Stati Uniti al terrorismo degli anni '90, e ripercorrendo gli attentati all'ambasciata americana in Kenya (1995) e alla nave U.S.S Cole nello Yemen (2000). Alternando ricostruzioni e filmati dell'epoca, scopriremo i contrasti fra l'FBI e la CIA, in particolare fra la sezione I-49 di New York comandata da John O'Neill (Jeff Daniels) e i membri della Stazione Alec, una task force interamente dedicata ad Osama Bin Laden, a volte più impegnate a nascondere informazioni all'agenzia rivale che a combattere efficacemente il terrorismo.

A differenza di molte produzioni sull'argomento, The Looming Tower non reagisce di "pancia" e non mostra la parte più emotiva della guerra contro i talebani. Il focus della vicenda rimane quasi sempre confinato negli uffici governativi, dove le due istituzioni più importanti della sicurezza statunitense litigano fra di loro per documenti non consegnati, comunicazioni arrivate in ritardo, nel rispetto più formale che sostanziale della linea di comando. Noi spettatori ci schieriamo dalla parte degli uomini dell'FBI, che sin da subito comprendono la portata della minaccia di Bin Laden, ma la sceneggiatura si mantiene abbastanza imparziale, ad esempio soffermandosi sui tanti difetti di O'Neill, interpretato da un ottimo Jeff Daniels che restituisce il ritratto di un uomo complesso e sfaccettato, con una vita sentimentale devastata, eccessi personali e il peso delle enormi responsabilità.

john

La vera sorpresa però è Ali Soufan - interpretato dall'attore francese Tahar Rahim - al tempo uno dei pochi agenti del Bureau di fede mussulmana e che rivestì un ruolo fondamentale nelle indagini su Al-Qaeda. Con qualche cambiamento rispetto alla storia vera, sullo schermo Soufan deve affrontare una crisi personale dettata dal contrasto fra la sua cultura e la sua professione. Nonostante ciò, rimane il personaggio più importante di tutti, che fa da ponte fra i due mondi e ce ne spiega (indirettamente) le grandi, forse incolmabili differenze. La scena dell'interrogatorio alla ex guardia del corpo di Bin Laden, colpisce e rimane impressa per la sua potenza emotiva.

I "cattivi" della vicenda, ossia la CIA, vengono ritratti come persone inconsapevoli dei danni che stanno facendo: l'intelligence guidata dal "Professore" ha come obbiettivo la mappatura completa della struttura di Al-Qaeda e massimo controllo delle loro comunicazioni. La serie mantiene l'ipotesi - praticamente confermata - che questo reparto non abbia fornito le informazioni necessarie per scoprire in anticipo i piani dell'attentato, troppo impegnata a criticare i colleghi federali e la classe politica e ossessionata dal desiderio mantenere la propria sfera di influenza sulla Casa Bianca.

martin e richard

Nella sua natura di miniserie autoconclusiva, The Looming Tower deve ripercorrere in appena 10 puntate tantissimi eventi, molti dei quali caratterizzati da dinamiche ancora confuse o sconnesse. Lo show fa un buon lavoro nel ricostruire tutti gli eventi importanti - il set dell'attentato in Kenya è impressionante per una produzione televisiva - ma non sempre mantiene il giusto ritmo dell'azione, specialmente nella fase centrale del racconto che risulta abbastanza noiosa e priva di mordente.

Il finale, prevedibilmente, è il momento più forte: invece di riprodurre le famose immagini che tutti noi conosciamo, la sceneggiatura si concentra sull'impatto emotivo che la caduta delle Torri provoca in tutti i personaggi, fra tristezza, timore per la sorte delle persone care ma soprattutto rabbia per non essere riusciti ad evitarlo. Anche qui, The Looming Tower mostra la sua maturità per l'estrema compostezza con cui racconta quel giorno e critica come l'amministrazione Bush riuscì a strumentalizzare la commozione dei una intera nazione e del mondo intero per attaccare l'Iraq di Saddam Hussein.

Per chiunque voglia approfondire i retroscena di una disfatta governativa, la miniserie Hulu è una visione altamente consigliata, segno che finalmente gli Stati Uniti stanno finalmente assimilando e razionalizzando le cause e le conseguenze del più devastante attentato terroristico mai concepito.


Tom's Consiglia

Interessati al libro originale di Lawrence Wright? Lo trovate qui.

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