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a cura di Alessandro Crea

"Il Web a cui ci collegavamo anni fa non è lo stesso che gli utenti trovano oggi. Quello che era una ricca selezione di siti e blog è stato compresso sotto lo schiacciante peso di poche piattaforme dominanti. Questa concentrazione del potere crea una nuova schiera di gatekeepers e permette a un ristretto gruppo di piattaforme di controllare quali idee e opinioni vengono visualizzate e condivise". No, non è un passo estratto da 1984 di Orwell, né l'allarme di qualche esagitato, ma l'autorevole opinione di Tim Berners-Lee, l'inventore del World Wide Web, e come tale va quindi presa in considerazione.

Le opinioni di Berners-Lee non sono nuove: lo scienziato infatti scrive ogni anno una lettera sullo stato del Web, in occasione della ricorrenza della pubblicazione dell'articolo in cui descrisse per la prima volta il sistema per la gestione e la condivisione delle informazioni.

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Quest'anno tuttavia il focus del documento è tutto sul ruolo appunto dei cosiddetti gatekeepers e sul pericolo che Internet si trasformi in un'arma, in uno strumento di persuasione di massa che, in assenza di regole chiare, possa influenzare l'opinione pubblica indirizzandola in un senso o nell'altro a sua insaputa. In pratica quanto temono anche i regolatori dell'Unione Europea che a più riprese hanno bacchettato Facebook, Google e gli altri colossi del Web riguardo all'insufficiente azione svolta nei confronti della circolazione di bufale e fake news.

"Occorre un framework legale o regolatorio per salvaguardare gli interessi sociali". Ma come fare per non lasciare il pallino in mano ad aziende interessate unicamente al profitto? Tim Berners-Lee cita l'attivista John Perry Barlow: "Un buon modo per inventare il futuro è predire il futuro. Mettiamo insieme le menti più brillanti del mondo tecnologico, aziendale, governativo, della società civile, dell'università e delle arti e cerchiamo di affrontare e vincere le minacce". L'impressione però è che la visione di Lee sia piuttosto utopistica anche se condivisibile, e tutt'altro che facile da realizzare.