TLC in Italia: lenti nel far rispettare le norme

Un'indagine europea ha valutato il lavoro svolto dagli organismi regolamentari.

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a cura di Dario D'Elia

L'Ultimo rapporto dell'European Competitive Telecommunications Association (ECTA), che si è occupato di analizzare il lavoro svolto dagli organismi regolamentari di 19 paesi comunitari, è a dir poco interlocutorio.

La situazione italiana apparentemente non sembrerebbe così terribile. La tabella che riassume le perfomance delle legislazioni, la loro efficacia e le condizioni di mercato ci vede in sesta posizione, dietro a Regno Unito, Olanda, Danimarca, Norvegia e Francia. Un risultato che ha consentito a Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità TLC, di affermare che "il rapporto evidenzia come il Garante TLC abbia garantito lo sviluppo in Italia della concorrenza in un settore strategico e in continua evoluzione".

Insomma, il nostro impianto normativo non è malvagio, il nostro mercato è in linea con gli altri… ciò che andrebbe migliorato è il modo in cui si rendono efficaci le decisioni e le normative. "Emerge che in alcuni paesi i mercati non siano particolarmente competitivi, un dato che emerge dalle tariffe elevate e dai pochi player sul mercato. I paesi nordeuropei tendono a far meglio su questo fronte, mentre i mercati di Irlanda, Italia, Repubblica Ceca e Grecia sembrano presentare un più ampio ventaglio di problemi", scrive ad esempio ECTA a proposito dei servizi mobili.