TORCIA, app per gestire emergenze come quella di Genova

La gestione delle emergenze di protezione civile potrebbe migliorare grazie ad applicazioni come TORCIA, un progetto finanziato dalla Regione Lombardia e coordinato da Alcatel-Lucent insieme con Politecnico di Milano, Fondazione Politecnico di Milano, ACT Solutions, Beta 80 e Vidiemme. La ricerca va avanti dal 2012 e si basa su un motore di ricerca semantico che analizza i flussi di informazione dei social network.

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a cura di Pino Bruno

Il disastro di Genova è un pugno nello stomaco. Incuria, mutamenti climatici, sottovalutazione del problema, inadeguatezza della prevenzione e della risposta da parte della Pubblica Amministrazione. Non è compito di Tom's Hardware occuparsi del dibattito e delle polemiche. Raccontare invece cosa potrebbe fare la tecnologia per migliorare la gestione dell'emergenza, quello sì, è nostro dovere. Parlare ad esempio di TORCIA, la "PiaTtafORma di gestione CollaboratIvA delle emergenze", nata dal progetto di ricerca finanziato dalla Regione Lombardia e coordinato da Alcatel-Lucent insieme con Politecnico di Milano, Fondazione Politecnico di Milano, ACT Solutions, Beta 80 e Vidiemme.

Il progetto, nato nel giugno del 2012, è stato pensato per tutte le emergenze. A livello operativo si è concentrato sulle alluvioni (ecco il perché del riferimento al disastro di Genova), risultate il problema più rilevante nel contesto urbano e con un grosso impatto sulla viabilità. In pratica l'applicazione utilizza il flusso di informazioni diffuse sui social network. Nelle simulazioni fatte fin qui, il motore semantico di TORCIA ha lavorato in automatico, ha raccolto i dati da Twitter e analizzato più di un milione di tweet, eliminando le informazioni non pertinenti.

Ecco come funziona. Il motore semantico si interfaccia con la parte geografica per localizzare e segnalare l’emergenza sulla base dei dati raccolti. L’integrazione con le altre fonti di informazione avviene grazie al cruscotto (una sorta di tavolo touch) delle autorità competenti, alle quali arrivano oltre ai tweet già selezionati dal motore semantico anche le informazioni sulle vie di fuga o le strade per portare i soccorsi. Grazie ad un algoritmo, sulla app di Torcia è poi possibile visualizzare l’ottimizzazione dei percorsi.

Ai cittadini vengono dunque fornite informazioni importanti sulla viabilità, come ad esempio la via più breve per raggiungere ospedali o punti di raccolta e anche le strade da evitare. Il cittadino può interagire con il sistema, ricevendo o dando informazioni se si trova sul luogo dell’emergenza. Tramite l’Universal Message Broadcaster (UMB), messo a punto sempre da Alcatel-Lucent, è inoltre possibile inviare immediatamente messaggi alla popolazione coinvolta, attraverso SMS e annunci registrati a telefoni cellulari, oppure pop-up sui browser e eMail a computer e smartphone, instant message sui social network, per informare in modo rapido e tenere costantemente aggiornato il pubblico.

La coordinatrice scientifica del progetto, Chiara Francalanci, ha sottolineato come "Attualmente non esista una piattaforma in grado di mettere in collegamento cittadini e autorità tramite l’utilizzo dei social network durante un’emergenza. Con TORCIA l’enorme quantità di informazioni, disponibili sui social, viene gestita e resa utile per affrontare una calamità. Il rischio di lasciare la gente sola è che nessuno garantisce la qualità dell’informazione e, come sappiamo, se non gestiti, i social amplificano il caos".

Per raccogliere, razionalizzare e interpretare le informazioni e condividerle con le autorità competenti, il progetto TORCIA ha creato una infrastruttura di elaborazione basata su piattaforme cloud geograficamente distribuite e collegate tra loro da una rete ottica ad alta capacità, realizzata da Alcatel-Lucent

Finora Il progetto TORCIA si è concentrato su eventi di emergenza nelle aree metropolitane e il caso di studio per la dimostrazione è stata l'area metropolitana di Milano. Scopo del progetto è creare una soluzione unica e integrata, che sia in grado di fornire uno strumento di supporto per gli operatori della sicurezza, in particolare Protezione Civile e Polizia Locale.

È ovvio che una app come questa da sola non possa risolvere i problemi, ma se fosse stata attiva a Genova nei momenti più critici dell'alluvione forse la gestione dell'emergenza sarebbe stata più degna di un paese civile.