Tre strategie per rilanciare il broadband italiano

Il superconsulente del governo ha consegnato il suo rapporto finale per ottenere la leadership europea nella banda larga

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a cura di Dario D'Elia

Esistono solo tre possibili strategie per far uscire l'Italia dalla sua arretratezza digitale. Francesco Caio, il superconsulente del governo che è stato incaricato di studiare il problema del broadband nazionale, ha consegnato il suo rapporto finale al ministro delle Attività produttive Claudio Scajola.

Ebbene, "le opzioni di politica industriale per portare l’Italia verso la leadership europea nella banda larga" sono solo tre: attuare il chiacchierato scorporo di Telecom Italia, oppure puntare su una nuova rete in fibra nazionale, oppure stimolare la nascita di reti locali in fibra.

Caio, con la prima strategia, è convinto che sarebbe possibile conquistare la leadership europea. "Per questo viene proposta la creazione di una azienda di rete che permetterebbe la copertura di cento città arrivando nel 50% delle case grazie ad un piano nazionale", si legge su Il Sole24 Ore.

Si parla di una rete Ftth (fibre-to-the-home) point to point, di fatto capace di rendere sinergici i collegamenti in fibra ottica e rame. Ovviamente per dar vita a questa possibilità verrebbe richiesto lo scorporo di Telecom Italia. In caso contrario "il rischio è di accorgersi troppo tardi che l'infrastruttura non è sufficiente a fronteggiare la domanda".

La seconda possibilità potrebbe essere quella di puntare ad un ampliamento della rete in fibra che permetta la copertura del 25% delle abitazioni italiane.

La terza possibilità vedrebbe il coinvolgimento diretto del Governo, con un investimento pubblico limitato che permetta la copertura di 10/15 città. L'idea sarebbe quella di far nascere reti locali in fibra "tramite partnership con privati".

Adesso tocca al Governo decidere. Ogni piano strategico prevede tempi di implementazione di 5/6 anni.