Trovati i resti di un mondo perduto, è il nostro destino

Gli scienziati hanno trovato a 150 anni luce dalla Terra i resti di un paradiso spaziale in cui abbondavano acqua e ossigeno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Fuori dal nostro sistema solare c'era un'area abitabile con acqua in abbondanza e tutte le carte in regola per ospitare le vita. Peccato che la sua stella, denominata GD 61, si sia spenta e che attorno siano rimasti solo frammenti di roccia.

L'ha scoperto Jay Farihi dell'Università di Cambridge insieme a un gruppo di ricercatori, che usando lo spettrografo Cosmic Origins del telescopio spaziale Hubble hanno studiato un disco di detriti attorno a quella che un tempo era una cosiddetta nana rossa grande tre volte il nostro Sole e oggi, dopo essersi spenta, è ormai una nana bianca.

Un asteroide carico d'acqua, secondo una ricostruzione artisitica

Analizzando i frammenti di detriti in forma di asteroidi gli scienziati trovato magnesio, silicio e ferro in abbondanza, oltre a una quantità di ossigeno ben superiore a quella che potrebbe essere stata creata dalla sola roccia. Anzi, secondo i calcoli pubblicati nello studio pubblicato su Nature l'asteroide sarebbe stato composto almeno per il 26 percento di acqua, una quantità di gran lunga maggiore a quella presente sulla Terra.

"I nostri risultati dimostrano che vi è stato sicuramente il potenziale di pianeti abitabili in questo sistema di pianeti extrasolari" ha argomentato Farihi. Comunque, anche nell'ipotesi di una fuga dalla Terra, non avremmo potuto raggiungere questo paradiso spaziale, perché si trova a circa 150 anni luce dalla Terra, una distanza inarrivabile con le tecnologie attuali.

La brutta notizia è un'altra, e cioè che secondo gli astronomi anche il Sole farà la stessa fine di GD 61. Tra sei miliardi di anni, quindi non abbiamo di che preoccuparci nell'immediato, ma avverrà e a quel punto chi osserverà il nostro sistema solare si troverà davanti probabilmente un panorama simile al disco di detriti che ha inquadrato Hubble. Inquietante.