Turchia: robot volanti sulle proteste, la polizia li abbatte

I droni sono ormai oggetti comuni, e in Turchia sono diventati strumenti di controinformazione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Robot per tutti a poco prezzo, dalla consegna della pizza alla protesta politica. Non è uno slogan per il futuro ma una descrizione del presente, e a dimostrarlo ci sono almeno due aziende (che producono droni da montarsi a casa) e i fatti che stanno infiammando la Turchia.

Sì, i protestanti turchi hanno usato droni volanti per documentare le manifestazioni, e soprattutto le violenze, che infiammano le piazze. Un atto di coraggio in un paese che sta mettendo a punto leggi per imbavagliare ufficialmente Twitter e incarcerare chi lo usa in modo "sgradito". Per ora però i robot volanti registrano video e scattano foto, che poi qualcuno mette online. Alla polizia non resta che fare il tiro al bersaglio, ma sarà difficile fermare il fenomeno.

D'altra parte sono ormai molte le società che propongono robot in kit di montaggio: te lo mandano per posta, lo monti e lo usi. E se vuoi ci aggiungi anche una o più videocamere. Si comincia dalla giapponese Kiluck e dal suo Rapiro. È un robot umanoide basato sul famoso Raspberry Pi alto grossomodo 25 cm. Al suo interno ci sono dodici servomotori per gestire le varie articolazioni, che lo rendono capace di camminare, afferrare oggetti e altre azioni.

Immagini delle proteste turche riprese da un drone

Kiluk lo ha proposto tramite una campagna su Kickstarter che al momento ha raggiunto i 28.000 dollari, su un obiettivo stabilito di 20.000. Chi dona almeno 199 dollari potrà avere uno dei primi Rapiro prodotti, nel dicembre del 2013.

Abbattimento del drone turco

Se il Rapiro è poco più di un giocattolo, chi vuole qualcosa di più impegnativo potrebbe trovare interessante la proposta della statunitense Parallax, specializzata in robot da assemblare. Ha molto proposte in catalogo, la più nota (e impressionante) e il quadricottero Elev-8, che volendo si può trasformare in un esacottero (sei eliche).

Presentazione del Kiluck Rapiro

L'Elev-8 costa 599 dollari, che ne fanno uno dei prodotti più costosi nella sua categoria. Ciò che non molti sanno tuttavia è appunto che esiste un'intera categoria di droni che si possono ordinare per posta, per poi montarseli in proprio. In altre parole, c'è già una vasta scelta, dall'oggetto "da quattro soldi" a quello ricercato e ricco di valore aggiunto - supporto telefonico, forum, facilità di riparazione e così via. A ragion veduta Donald Bell e Seth Rosenblatt titolano il loro articolo a riguardo "la democratizzazione del drone".

E se i droni diventano democratici per il loro prezzo accessibile, l'esperienza turca ci dice che possono anche essere strumento di democrazia. Magari ne vedremo presto uno con corazza antiproiettile, ovviamente finanziato con una campagna in stile Kickstarter.