TV LCD, vendite in calo per la prima volta nella storia

Le TV LCD rallentano, ma rimangono le preferite da tutti i consumatori. In crescita la dimensione della diagonale media e i modelli LED. Tra i produttori, solo Samsung in crescita. Cina si conferma primo mercato.

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a cura di Alberto De Bernardi

Le vendite di TV LCD a livello mondiale sono calate nel primo trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (dati DisplaySearch). Un calo del 3% per essere precisi. Cosa c'è di strano? In effetti, molti potrebbero pensare che, in un periodo di crisi generalizzata, un calo del 3% nelle vendite sia risibile e non costituisca notizia. Il fatto è che questo è il primo calo nella vendita di TV LCD da sempre. Da che questa tecnologia è stata introdotta, la diffusione delle TV LCD è infatti sempre cresciuta; questa prima battura d'arresto è un chiaro segno dei tempi, e giustifica considerazioni già fatte in passato a proposito delle Smart TV: nuova frontiera dei produttori per aumentare vendite e margini di profitto in un mercato stazionario.

Gli LCD sono naturalmente la tipologia di TV oggi più diffusa, con oltre l'80% del totale. Fortemente in declino invece i plasma, tecnologia di cui gli utenti si stanno progressivamente disinnamorando, mentre a titolo di curiosità si segnala una piccola ripresa dei CRT grazie ai mercati emergenti, che ancora richiedono questo tipo di tecnologia.

In aumento la diagonale media degli schermi, che ha superato i 35 pollici, così come la percentuale di schermi LCD con retroilluminazione LED. I prezzi dei prodotti di punta sono infatti ancora in calo, e questo ne favorisce la progressiva diffusione, mentre il prezzo medio del modello base è ormai stabilizzato e non è destinato a calare nei prossimi mesi.

Riguardo alle marche, non tutti però piangono: Samsung, oltre a confermarsi leader, è l'unica con percentuali positive anche in questo primo trimestre 2012, mentre i principali concorrenti LG, Sony, Sharp e Panasonic (questi i primi 5) sono tutti in calo.

Il mercato principale è, senza molte sorprese, quello cinese, che assorbe circa il 20% dei prodotti. La crescita però si è fermata, anzi si è osservato anche qui, nell'ultimo trimestre, un leggero calo dopo molti trimestre di crescite a 2 cifre percentuali. L'analisi degli economisti è che il mercato dei benestanti cinesi sia ormai saturo, mentre i prezzi non sono ancora sufficientemente bassi da innescare una massiccia diffusione nella Cina rurale.