Twitter censura le critiche alla TV olimpica: NBC è sacra

Twitter ha bloccato e riattivato l'account di un giornalista accreditato nel giro di poche ore. Era colpevole di aver criticato duramente la NBC, che ne aveva quindi segnalato il profilo indicando una falsa violazione dei termini d'uso.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Twitter ha sospeso l'account di un giornalista dell'Independent per circa 24 ore, rendendosi in qualche modo complice di un goffo tentativo di censura. Guy Adams, questo è il nome del giornalista, aveva espresso dure critiche verso la copertura delle Olimpiadi da parte del broadcaster televisivo NBC, e pubblicato l'indirizzo email di un dirigente, invitando i propri contatti a mettere per iscritto le proprie lamentele.

La reazione della rete televisiva non si è fatta attendere: si è rivolta direttamente a Twitter, accusando il giornalista di aver violato i Termini d'Uso. Bisogna aggiungere che secondo il Daily Telegraph sarebbe però stato Twitter a mettere al corrente la NBC di questo post e non viceversa. Ci sembra poco credibile, ma riportiamo per dovere di cronaca.

Il servizio di microblogging ha sospeso immediatamente l'account di Adams, per poi riattivarlo qualche ora dopo, una volta chiarita la situazione. L'indirizzo del dirigente NBC infatti non è privato ma pubblico, del tipo nome.cognome@azienda, come ce ne sono tanti altri; non lo si trovava in pochi secondi con Google (ora sì invece), ma non è nemmeno nascosto.

Il tweet incriminato

Una sospensione di poche ore quindi, che non ha salvato Twitter da un'ondata di critiche tanto da parte dei singoli utenti quanto da quella di numerosi giornali e blog. Con l'accusa forse più infamante proveniente dal mondo dell'informazione: quella di fare censura, e per di più al soldo di un interesse commerciale (quello della NBC).

Ufficialmente Twitter ha agito in buona fede, e non ci sono ragioni per dubitarne. Eppure la società si è sentita in dovere scusarsi e dare delle spiegazioni, forse perché in molti sospettavano che la vicenda fosse in qualche modo alterata dalla collaborazione ufficiale tra Twitter e la stessa NBC, proprio per la copertura delle Olimpiadi. E se non ci fosse stata la reazione globale che abbiamo visto, forse l'account di Adams sarebbe ancora bloccato.

In ogni caso, è una piccola storiella piena di miseria felicemente conclusa, che però dovrebbe far suonare un campanello d'allarme. Non è infatti la prima volta che qualcuno cerca di zittire una voce scomoda sfruttando questi metodi; per esempio su YouTube è capitato che una qualche azienda facesse bloccare un video per violazioni di copyright inesistenti, e la stessa cosa si è vista per pagine Facebook, e ha toccato anche Google e Apple.

Tutte aziende che in modo o nell'altro si dicono orgogliose di farsi strumento della libertà di espressione e paladini dell'informazione libera. Per essere tali tuttavia non si possono applicare ciecamente le regole, altrimenti ci si espone agli abusi descritti e si diventa complici.

Bisogna comunque ricordare che NBC gode di un potere e un'autonomia incalcolabile nei periodi delle Olimpiadi. Senza gli sponsor e le campagne statunitensi l'intera organizzazione non starebbe in piedi. Ovvio che pestare i piedi a chi porta i soldi è un problema. Diciamo che a questo giro hanno fatto qualche calcolo: la prima Olimpiade social censurata sarebbe stata un autogoal.