Uber promette 50mila posti di lavoro in Europa nel 2015

L'amministratore delegato di Uber parlando in una conferenza in Germania tende la mano alle città europee: se le istituzioni collaboreranno ci saranno 50mila posti di lavoro in più in Europa.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Uber promette 50mila posti di lavoro in Europa nel 2015, se le istituzioni collaboreranno. È questa la sostanza del messaggio espresso dall'amministratore delegato Travis Kalanick, fondatore e CEO di Uber, raccolte da AFP nel corso di una conferenza a Monaco di Baviera.

Uber  - aggiunge l'AD - ha già creato 7.500 posti di lavoro a tempo pieno a San Francisco, 13.750 a New York, 10.000 a Londra e 3.750 a Parigi, e "se saremo in grado di concretizzare questo accordo creeremo 50.000 nuovi posti di lavoro nell'UE nel 2015" promette Kalanick.

Il CEO di Uber Travis Kalanick

Il CEO di Uber Travis Kalanick

Il nocciolo della questione riguarda la semplificazione del mercato delle licenze come parte di un "nuovo partenariato" con le città europee. Non ci sono ulteriori dettagli, ma non è difficile capire a cosa di riferisce. Il servizio attivo da quattro anni e ora presente in 250 città in tutto il mondo ha attirato le critiche ovunque sia da parte dei taxisti – che lo vedono come una minaccia per il loro lavoro – sia da parte degli enti regolatori.

taxisti contro Uber

Protesta dei taxisti contro Uber

Uber è stato bloccato temporaneamente in diverse città a ha subito ingiunzioni dei tribunali in Belgio, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna. In molti Paesi ci sono stati scioperi e manifestazioni contro il servizio di noleggio con conducente.  Di recente tuttavia l'Antitrust ha scritto una nota a Governo e Parlamento pregando di favorire i servizi innovativi nell'ambito del settore degli autoservizi di trasporto pubblico non di linea.

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Kalanick insomma propone un approccio cooperativo per evitare gli scontri fin troppo frequenti e superare i problemi che ostacolano il suo servizio, promettendo di fare "del 2015 un anno in cui si stabilirà un nuovo partenariato con le città europee, e in cui si spinge per garantire quell'innovazione [...] che porterebbe benefici economici enormi per le città e le loro economie". Basterà per placare le polemiche?