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a cura di Alessandro Crea

L'aveva detto e l'ha fatto: l'Unione Europea ha annunciato oggi nuove linee guida per tutti i colossi del Web come Facebook, Google e Twitter, al fine di velocizzarne le operazioni di rimozione dei contenuti illegali o terroristici dalle rispettive pagine.

L'UE infatti aveva chiesto già in precedenza alle aziende hi-tech di diventare più efficienti altrimenti sarebbe stata costretta ad emettere direttive più stringenti, pressata anche dalle richieste di alcuni Stati membri ed ora la decisione è arrivata. Le nuove raccomandazioni costituiscono una versione di Legge "soft": non vincolanti possono comunque essere utilizzate come riferimento legale nei tribunali. Se dovessero risultare inefficaci La UE ha inoltre già chiarito che passerà a una regolazione più formale.

unione europea

Ora le nuove direttive chiedono alle aziende di eliminare i contenuti illegali entro un'ora al massimo dalla segnalazione dell'Interpol. Inoltre personale umano dovrebbe sempre ‎supervisionare il processo di rimozione, in particolare quando vengono utilizzati strumenti automatizzati, per garantire che la decisione non sia eccessiva.

"Nonostante diverse piattaforme abbiano recentemente rimosso più contenuti illegali di quanto abbiano mai fatto prima -dimostrando che l'auto-regolamentazione può funzionare - dobbiamo reagire ancora più prontamente contro la propaganda terroristica o altri contenuti illegali che rappresentano una serie minaccia alla sicurezza dei nostri cittadini e ai loro diritti fondamentali" ha detto Andrus Ansip, vice presidente della commissione.

Alcuni portavoce hanno affermato che le aziende, sempre sospettose di iniziative potenzialmente lesive della libertà d'espressione, hanno già chiesto un incontro con i vertici della commissione, ritenendo di aver fatto già il possibile per andare incontro alle esigenze di sicurezza.

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Gli attivisti inoltre hanno già espresso preoccupazione per le misure annunciate oggi, perché potrebbero portare a una censura eccessiva. ‎"La Commissione europea sta spingendo i colossi del web verso la censura volontaria per evitare di dover produrre leggi in merito, che sarebbero sottoponibili a discussione e controllo democratico", ha commentato Joe McNamee, direttore esecutivo dell'associazione non profit europea per i diritti digitali EDRI. "Le direttive odierne istituzionalizzano un ruolo per Facebook e Google nel regolare la libertà di espressione dei cittadini europei".