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a cura di Dario D'Elia

Buone notizie da Bruxelles per le piccole imprese, negozianti e sviluppatori che si affidano a piattaforme online. Le nuove norme UE stabilite dalla Commissione prevedono il rispetto di un maggior numero di garanzie di trasparenza e correttezza nei rapporti di intermediazione. In pratica dovranno adeguarsi realtà come ad esempio Google, Amazon e in genere tutte le piattaforme che forniscono servizi alle imprese.

Una recente indagine Eurobarometro infatti ha confermato che su un campione di piccole e medie imprese UE ben il 42% si affida al Web per vendere prodotti e servizi e secondo un altro studio il 50% ha rilevato problemi - nel 38% dei casi legati a relazioni contrattuali che restano irrisolte e nel 26% risolte ma con difficoltà. "Secondo le stime, ciò porta ad una perdita diretta di vendite che oscilla tra 1,27 e 2,35 miliardi di euro".

commissione ue

Nello specifico la Commissione ha proposto un aumento della trasparenza obbligando i prestatori di servizi di intermediazione online a "garantire che le condizioni applicate agli utenti professionali siano facilmente comprensibili e disponibili".

Quindi ad esempio i motivi per cui un utente professionale può essere eliminato dall'elenco o sospeso da una piattaforma, tempi di preavviso minimi, indicazioni relative al trattamento dati e "criteri generali che determinano l'ordine in cui i beni e i servizi sono classificati nei risultati di ricerca". Senza contare "il trattamento da essi riservato ai propri beni e servizi rispetto ai beni e ai servizi offerti dai loro utenti professionali e il modo in cui utilizzano le clausole contrattuali per richiedere la gamma più favorevole o il prezzo più conveniente dei prodotti e dei servizi offerti dai loro utenti professionali (le cosiddette clausole della nazione più favorita - MFN)".

Evidente che il riferimento è ai colossi come Google e Amazon, che hanno un potere di intemediazione - tra imprese e cliente finale - smisurato considerata l'efficienza delle rispettive "vetrine" online.

Altro punto chiave delle norme è legato alla risoluzione delle controversie. "Si chiede ai prestatori di servizi di intermediazione online di istituire un sistema interno di trattamento dei reclami", si legge nel documento. "Per agevolare la risoluzione extragiudiziale delle controversie tutti i prestatori di servizi di intermediazione online dovranno elencare nelle loro condizioni i nominativi dei mediatori indipendenti e qualificati con cui intendono cooperare in buona fede per la risoluzione delle controversie". Verrà incoraggiata anche la designazione di "mediatori indipendenti specifici capaci di gestire le controversie sorte nell'ambito dei servizi di intermediazione online".

"Infine, alle associazioni che rappresentano le imprese sarà riconosciuto il diritto di agire in giudizio per conto delle imprese per ottenere l'applicazione delle nuove norme in materia di trasparenza e risoluzione delle controversie".

La UE ha deciso anche di istituire un osservatorio per monitorare gli effetti delle nuove norme. In base ai risultati di questo monitoraggio la Commissione valuterà la necessità di ulteriori misure entro tre anni.

"Milioni di operatori commerciali, perlopiù minori, nell'UE dipendono attualmente dalle piattaforme online per raggiungere i loro clienti nel mercato unico digitale. Questi nuovi mercati online stimolano la crescita e l'innovazione nell'UE; ci occorre tuttavia una serie di norme chiare e semplici atte a garantire un contesto imprenditoriale sostenibile e prevedibile. La proposta odierna aumenta la trasparenza dell'economia online, offre alle imprese la prevedibilità di cui hanno bisogno e, in ultima analisi, andrà a vantaggio dei consumatori europei", ha dichiarato Andrus Ansip, Vicepresidente e responsabile per il Mercato unico digitale.