UE, il vero garante dei nostri diritti digitali?

Un nutrito gruppo di parlamentari europei ha firmato una dichiarazione pubblica per chiedere che le trattative ACTA siano più trasparenti, rispettino le libertà individuali e, tra le altre cose, deresponsabilizzino gli Internet Service Provider.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

377 parlamentari europei hanno sottoscritto una dichiarazione che commenta ed esprime dubbi riguardanti l'ACTA. La sigla sta a indicare Anti-Couterfeiting Trade Agreement, e si riferisce a un accordo internazionale mirato alla protezione della proprietà intellettuale e dei brevetti.

Promesse da marinaio?

I paesi firmatari usano il documento come base di partenza per stabilire le politiche da applicare al commercio internazionale. L'obiettivo è limitare la circolazione di prodotti falsi, proteggere i consumatori, ma anche limitare (possibilmente eliminare) lo scambio di file non autorizzati, o P2P illegale.

In questi mesi si sta trattando per sviluppare una seconda versione dell'ACTA. Le trattative sono segrete, ma diverse bozze sono trapelate, mettendo in allarme sia certi gruppi indipendenti sia alcune istituzioni. Il Parlamento Europeo, per esempio, ha già chiesto esplicitamente che le trattative siano più trasparenti, e messo un freno a chi vorrebbe punire i pirati con la disconnessione (UE difende gli utenti P2P, la connessione è sacra).

Copyright, un dei tempi più complessi del nostro tempo.

Il documento firmato oggi raccoglie i pensieri di gran parte dei parlamentari europei. Si confermano alcuni concetti espressi in passato, come il fatto che i provider non si possono ritenere responsabili per le azioni degli utenti. Si afferma inoltre che i contenuti dell'ACTA "non possono imporre limitazioni o indebolire libertà fondamentali come la liberà d'espressione o il diritto alla privacy".  

La dichiarazione è disponibile online, ed è stata appesa – com'è normale – all'entrata del parlamento. Non si tratta di un documento vincolante, ma chiarisce il pensiero della maggior parte dei parlamentari europei. Chi sta stilando l'ACTA 2 dovrà per forza tenerla in conto.

Nel documento oltre alla rinnovata richiesta di trasparenza e al rispetto delle libertà individuali, si dichiara che l'ACTA 2 non dovrà imporre un'armonizzazione nella gestione del diritto d'autore in Europa. Si dovrà inoltre porre attenzione ai rischi economici e per l'innovazione, prima di sostituire le sanzioni civili con quelle penali esistenti.

Una possibile soluzione?

C'è anche un ultimo punto interessante, seppure non direttamente vincolato con Internet e il P2P. I 377 parlamentari vogliono che sia protetto l'accesso globale a medicinali economici e legali, e che si eviti in tutti i modi che la protezione del commercio si trasformi in un danno per i consumatori.  

Speriamo che le posizioni prese dai parlamentari aiutino a creare accordi internazionali che possano proteggere allo stesso tempo i diritti dei cittadini – e consumatori – e quelli dei detentori dei diritti e delle licenze.