L'Unione europea, a partire dal 2020, ha deciso che le ricerche, pubbliche o private, realizzate in tutto o in parte tramite fondi pubblici, dovranno essere liberamente consultabili, così da consentire a singoli e aziende l'accesso ai risultati scientifici con l'obiettivo di stimolare l'innovazione e la ricerca stessa. Il documento ufficiale infatti non cita soltanto "dottori e ricercatori" ma anche "imprenditori".
Attualmente questo non accade infatti e per consultare i risultati delle ricerche scientifiche è necessario essere abbonati alle più importanti riviste del settore. La direttiva non riguarda solo le pubblicazioni scientifiche, ma anche i dati che, ove possibile, dovranno essere facilmente accessibili e riutilizzabili, fatti salvi gli ovvi divieti per proteggere proprietà intellettuali.
Dove giustificato dunque, i ricercatori saranno in grado di mantenere segreti i dati. Si tratta di una specificazione importante, senza la quale questo sforzo per spingere l'innovazione potrebbe portare a un risultato opposto, in cui si scoraggia la ricerca a causa della paura di perdere il proprio vantaggio competitivo.
La proposta, lanciata ad aprile scorso dall'Olanda, è stata votata all'unanimità da tutti i rappresentanti delle varie forze e governi e sicuramente rappresenterà un grande stimolo anche per la collaborazione tra ricercatori, europei e mondiali, che potranno scambiarsi molto più facilmente i risultati delle ricerche, con evidenti benefici sul progredire degli studi.