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a cura di Alessandro Crea

L'Unione europea ha intenzione di rafforzare i diritti dei consumatori e, per farlo, ha deciso che metterà in campo una serie di riforme che non ha esitato a definire come un "new deal", un nuovo patto per i consumatori. Un termine impegnativo, che richiama alla mente quelle che permisero agli USA di uscire dalla Grande Depressione e non nasconde dunque l'ambizione di questa decisione.

"Sebbene l'UE disponga già di alcune delle norme a tutela dei consumatori più rigorose al mondo, casi recenti, come lo scandalo Dieselgate, hanno dimostrato che è difficile farle rispettare pienamente nella pratica", si legge nella nota ufficiale. "Il new deal per i consumatori consentirà a soggetti riconosciuti di avviare azioni rappresentative a nome e per conto dei consumatori e conferirà alle autorità nazionali preposte alla tutela dei consumatori poteri sanzionatori più incisivi. Inoltre estenderà la protezione dei consumatori all'ambiente online e chiarirà che le pratiche di doppio standard qualitativo che possono trarre in inganno i consumatori sono vietate".

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Il new deal punta dunque anzitutto a rafforzare i diritti dei consumatori online, introducendo una maggior trasparenza sia per quanto riguarda gli acquisti online che i risultati delle ricerche.

"In caso di acquisti online, i consumatori dovranno essere chiaramente informati se stanno acquistando da un professionista o da un privato, in modo da sapere se godono di diritti che li proteggono in caso di problemi. In caso di ricerche online, i consumatori saranno chiaramente informati se il risultato della ricerca è stato sponsorizzato da un professionista. Inoltre, i mercati online dovranno informare i consumatori sui principali parametri che determinano la classificazione dei risultati"

Saranno inoltre introdotti anche nuovi diritti per quanto riguarda i servizi digitali gratuiti. "In caso di pagamento per servizi digitali, i consumatori beneficiano di determinati diritti di informazione e dispongono di 14 giorni per annullare il contratto" si legge nel documento. Tali diritti saranno pooi anche estesi ai servizi digitali gratuiti "per i quali i consumatori forniscono dati personali senza pagare in denaro. È il caso tipico dei servizi di archiviazione su cloud, social media o posta elettronica".

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In futuro inoltre sarà possibile anche per un soggetto riconosciuto come ad esempio un'organizzazione dei consumatori, presentare ricorso per chiedere il risarcimento o la riparazione, "a nome e per conto di un gruppo di consumatori che sono stati lesi da pratiche commerciali illecite. In alcuni Stati membri i consumatori possono già avviare azioni giudiziarie collettive; ora tale possibilità sarà disponibile in tutta l'UE".

L'Unione vuole poi introdurre anche sanzioni più efficaci per le violazioni del diritto del consumo sul proprio territorio. "Le autorità dell'UE non dispongono di strumenti efficaci per sanzionare le pratiche che creano "situazioni di danno collettivo" che colpiscono un gran numero di consumatori in tutta l'UE. Attualmente il livello delle sanzioni varia notevolmente da uno Stato membro all'altro e spesso è troppo basso per avere un effetto dissuasivo, in particolare sulle imprese che operano a livello transfrontaliero e su larga scala.

Nel quadro della proposta le autorità nazionali di tutela dei consumatori potranno imporre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive in modo coordinato. Per le violazioni diffuse che colpiscono consumatori in più Stati membri, la sanzione massima applicabile sarà pari al 4% del volume d'affari annuo del professionista nel rispettivo Stato membro. Gli Stati membri sono liberi di introdurre sanzioni massime più elevate".

Contrastare le differenze di qualità nei prodotti di consumo tramite l'aggiornamento della direttiva sulle pratiche commerciali sleali sarà un'altra mossa. "Per rendere esplicito che le autorità nazionali possono valutare e contrastare le pratiche commerciali ingannevoli consistenti nella commercializzazione in vari paesi dell'UE di prodotti apparentemente identici ma che in realtà presentano una composizione o caratteristiche notevolmente diverse".

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L'Unione europea infine intende anche migliorare le condizioni per le imprese, eliminando gli oneri inutili e abolendo gli obblighi a loro carico riguardo al diritto di recesso del consumatore. "Ad esempio, i consumatori non saranno più autorizzati a restituire i prodotti che hanno già usato anziché limitarsi a provarli e i professionisti non dovranno più rimborsare i consumatori prima di aver effettivamente ricevuto le merci restituite. Le nuove norme introdurranno anche una maggiore flessibilità nel modo in cui i professionisti possono comunicare con i consumatori, consentendo loro di utilizzare anche moduli web o chat anziché la posta elettronica, purché i consumatori possano tenere traccia delle comunicazioni con il professionista".