Ultimo miglio per la fibra? Wireless broadband a 200 GHz

Un team del Karlsruhe Institute of Technology sta per svelare una tecnologia wireless da 200 gigahertz che potrebbe risolvere il problema dell'ultimo miglio. Si tratta di un sistema che andrebbe ad appoggiarsi alle reti in fibra, senza richiedere scavi o connessioni fisiche agli edifici.

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a cura di Dario D'Elia

In Italia risolvere il problema dell'ultimo miglio affidandosi a una connessione wireless broadband sarebbe a dir poco un sogno. Eppure è ciò che promette un team di ricercatori dell'Institute of Photonics and Quantum Electronics del Karlsruhe Institute of Technology (KIT). La presentazione ufficiale di questa tecnologia avverrà durante la prossima Optical Fiber Communication Conference di Los Angeles che inizierà domenica.

Nello specifico si parla dell'utilizzo di un ponte wireless con frequenza a 200 gigahertz (GHz), superiore di due ordini di grandezza rispetto alle comuni frequenze mobili. Il tutto con la prospettiva futura di riuscire a coprire distanze chilometriche a velocità tipiche della fibra. "Una soluzione economica, flessibile e facilmente implementabile per risolvere il problema dell'ultimo miglio è quella di usare la tecnologia wireless", ha dichiarato Swen Koenig, capo-ricerca del team, al sito specializzato Physorg. "Invece di investire in scavi costosi e mettere la fibra ottica nelle condotte, i dati vengono trasmessi via etere - su un collegamento wireless ad alta velocità".

Last Mile

Al momento il progetto prevede l'infrastruttura in fibra come end point e poi la creazione di un wireless gateway. Quest'ultimo converte i dati ottici in segnali a onde radio, dopodiché si attiva una comunicazione tra un'antenna trasmittente e una ricevente posizionata nei pressi degli edifici. Di lì in poi il segnale dati può essere riconvertito per raggiungere i singoli appartamenti.

"La sfida dell'integrazione del collegamento wireless nell'ambiente in fibra ottica è di essere sicuri che le prestazioni siano comparabili - idealmente circa 100 gigabit al secondo (Gbit/s) - e che vi sia trasparenza nel passaggio dati", ha sottolineato il ricercatore Igmar Kallfass. "Oltre alla conversione optoelettronica, nessun altro processo deve essere attivato prima che il segnale raggiunga l'antenna. Ciò vale anche per la parte ricevente in sequenza invertita".

Per ottenere una prestazione wireless così grande bisogna puntare a frequenze nello spettro dei 30-300 GHz: in questo caso i 200 gigahertz hanno consentito nel primo esperimento in laboratorio di raggiungere i 20 metri di distanza. Ma il vero obiettivo è quello di ottenere 100 gigabit al secondo su 20 km. Lunedì i ricercatori effettueranno un test coprendo fino a 20 km con una velocità di 20 Gbit/s con segnale NRZ-OOK e 9 Gbit/s con segnale OFDM.

La presentazione ha come titolo "High-speed wireless bridge at 220 GHz connecting two fiber-optic links each spanning up to 20 km".