Un chip fiuta le bombe a 5 metri grazie alle nanotecnologie

Un gruppo di ricercatori israeliani ha presentato il prototipo di un chip costruito con nanomateriali, capace di individuare diverse categorie di esplosivi fino a 5 metri di distanza.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Un nuovo chip con sensori chimici è in grado di rilevare esplosivi, anche a basse concentrazioni, a una distanza di circa cinque metri. È stato creato da un gruppo di sviluppatori israeliani e l'articolo che ne descrive i dettagli è pubblicato sulla rivista Nature Communications.

Il primo vantaggio di questa soluzione è che si tratta di un piccolissimo dispositivo (nanodevice) che può essere facilmente trasportato, al contrario della maggior parte dei sistemi di rilevamento attuali, che spesso richiedono attrezzature ingombranti.

Un fiuto formidabile

Inoltre, questo chip (che è ancora in fase di prototipo) può identificare in tempo reale diversi tipi di esplosivo captando tracce che passano inosservate con altri strumenti perché mascherate da sostanze chimiche più forti o perché in quantità non sufficiente. E non c'è nemmeno bisogno di fargli "annusare" prima campioni per favorire l'identificazione.

Alla base di questa rivoluzione tecnologica ci sono i nanomateriali, che come spiegano i ricercatori su Nature "offrono la possibilità di incorporare più sensori in grado di rilevare numerose minacce chimiche simultaneamente su una singola matrice miniaturizzata."

Il chip è fabbricato utilizzando cluster di nano transistor estremamente sensibili alle sostanze chimiche. Queste ultime provocano cambiamenti nella conduttanza elettrica sulla superficie di contatto e svelano così la loro presenza.

Alla ricerca della bomba

I ricercatori hanno testato la reazione del dispositivo ad esplosivi come TNT (trinitrotoluene), RCX e HMX (Ciclotrimetilentrinitroammina) utilizzati sia per scopi commerciali che militari, oltre a quelli a base di perossido, come TATP (Perossido di acetone) e HMTD (Esametilentetrammina)  comunemente usati per costruire bombe artigianali. Alcuni dei test inoltre sono stati condotti in condizioni di "alta contaminazione" usando per esempio fumo denso, per dimostrare la precisione del chip.

Il risultato è che le particelle TATP possono essere rilevate a cinque metri dalla fonte, mentre il TNT a quattro metri. Il tempo necessario per la raccolta del campione dall'aria è di soli cinque secondi, quindi è assicurata la velocità dell'operazione.