Un e-book pirata non è una vendita mancata

Il responsabile editoria digitale del colosso olandese A. W. Bruna Uitgevers B. V. sostiene che sia stupido combattere la pirateria nel settore editoriale. A suo parere bisognerebbe concentrarsi su qualità e nuovi modelli di business.

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a cura di Dario D'Elia

Un e-book scaricato illegalmente non equivale a una vendita mancata. L'affermazione non è del solito attivista per le libertà online, bensì di Timo Boezeman, il responsabile editoria digitale del colosso olandese A. W. Bruna Uitgevers B. V. In una recente intervista a La Repubblica ha ammesso le incertezze di questo momento storico.

"Nessuno, però, conosce con esattezza l'impatto reale della pirateria", ha dichiarato, anticipando i contenuti del suo intervento all'IfBookThen di febbraio. "E le ragioni sono semplici innanzitutto non è vero che un download illegale di un libro elettronico equivale automaticamente a una vendita mancata. In secondo luogo non è quantificabile il numero di scaricamenti effettuati di un titolo specifico e quindi non è possibile compararlo con quello delle vendite dello stesso titolo".

E-book market

Frasi ad effetto, che però trovano un solida motivazione nella tipologia di prodotto di cui si sta parlando. Non si tratta di musica, film o videogiochi dove ha attecchito il gene del consumismo stile fastfood. Il mercato dei libri appartiene a un'altra dimensione e con un po' di furbizia, da parte degli operatori, grazie al digitale potrebbe persino fare un salto in avanti. 

"L'unica cosa da non fare, quindi, è cercare di combattere la pirateria", ha aggiunto Boezeman. "È semplicemente stupido. Al contrario, credo che gli ostacoli principali per la crescita del mercato editoriale siano la paura, l'ignoranza, credere che gli utenti vogliano per forza tutto gratis, pensare che ciò che è successo al mondo della musica, dei film o dei videogiochi non possa succedere nell'editoria in virtù di una diversità del prodotto che in realtà non esiste e, infine, credere di poter combattere e sconfiggere la pirateria con leggi nuove, modelli di business vecchi, o stratagemmi tecnologici che limitino l'utilizzo dell'ebook su diversi e-reader".

A suo parere il download illegale è alimentato anche dalla frustrazione di non poter trovare un corrispettivo legale, oppure da prezzi esagerati, oppure ancora dalla mancanza di soluzioni compatibili con il proprio reader.

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"Non è che noi editori pensiamo che la pirateria sia positiva e che non dovremmo preoccuparcene di tanto in tanto. Solamente dobbiamo concentrarci su ciò che possiamo fare, invece che rinchiuderci in difesa. Il mondo è cambiato. Per questo cambiare noi stessi radicalmente e strutturalmente è l'unica cosa utile da farsi per rimanere competitivi nel lungo termine", ha aggiunto. 

Già, ma il rapporto con gli intermediari come Amazon o Apple? "[...] hanno creato negozi online che funzionano, i cosiddetti walled garden. Il che va bene, a patto però che garantiscano tre cose: la disponibilità di un catalogo completo, un prezzo d'acquisto adeguato e piena compatibilità con qualsiasi lettore di testi in formato digitale".

Beh, due su tre non è male.