Un programma di prestigio per l'Italia

Il professore Roberto Cingolani dell'IIT spiega in un'intervista a Tom's Hardware il progetto del polo di ricerca scientifica del dopo Expo. Al centro delle ricerche ci sarà l'essere umano.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Siamo a una fase precedente in questo momento, quella in cui sono in corso i contatti con i vari enti pubblici e privati che si auspica prendano parte al progetto.

"In questo io mi sono impegnato personalmente e credo che sia l'unico contributo che posso dare perché il mio mestiere è di fare lo scienziato. Io porto avanti il progetto IIT (perché proprietà intellettuale di IIT) e con i nostri collaboratori e tecnici lavoriamo al nostro progetto. La mia grande aspirazione sarebbe poter costruire intorno a questo progetto qualcosa di molto più grande, con le entità di assoluta eccellenza nell'area in cui si sta per andare.

lab

Se riesco sono contento, se non riesco potrò fare ciò che nei limiti dell'IIT, ammesso che a quel punto sia sufficiente allo Stato. Il mondo della scienza non è un mondo in cui prima arriva prima fa, è un mondo in cui bisogna costruire e dire 'questo giorno di questo anno consegnerò questo risultato' e quindi dobbiamo pensare attentamente a quello che diciamo, poi possiamo promettere qualcosa quando abbiamo capito bene chi lavora con noi. E se poi non riportiamo il risultato abbiamo perso l'unica carta di credito che abbiamo che è la reputazione, quindi ci si può immaginare con quanta cautela ci si approccia a fare lavori così grandi".

Però è un lavoro che potrebbe dare prestigio non solo a tutte le persone e gli enti coinvolti ma all'Italia come Paese.

"Assolutamente d'accordo. In tutta questa vicenda lo stipendio non aumenta, la qualità della vita peggiora, perché ci si mette a lavorare a una cosa grandissima e nemmeno nel posto in cui vive: se uno dovesse fare i conti in base alla convenienza non lo farebbe. La scienza e la tecnologia in un paese, soprattutto quella Pubblica, sono un grande investimento per i nipoti. La vedo come un'eccezionale opportunità per un'Italia formidabile e fortissima in un settore in cui è la naturale deputata ad avere la leadership nei prossimi anni, quindi vale la pena fare il sacrificio che questo grande disegno richiede. E so che le persone con cui sto parlando sono della stessa idea perché siamo tutte persone di cultura.

Auspico di risentirci fra 5 anni e avere 1600 persone nel sito, circa 35mila di spazi possibilmente recuperando quello che c'è già - perché se dovessimo anche costruire non ce la faremmo. A quel punto spero che da questo nucleo con le università e con tutti gli ospedali formidabili che ci sono nel milanese cominci a partire una ricerca per una tecnologia spettacolare e le aziende comincino a venire da noi.

Questo è il sogno per me, perché sarebbe il più grande risultato che potremmo raggiungere, esattamente come quando 7 anni fa abbiamo inaugurato qui a Genova il centro e speravamo che potesse essere qualcosa. Ci avrei messo due firme a sapere oggi 350 brevetti, 15 startup, 1600 persone da mezzo mondo. Ecco mi piacerebbe che replicasse un po' questa storia. Tutto il resto sarà per i nipoti, a quel punto lascerò il testimone perché voglio andare in bicicletta prima di diventare troppo vecchio, perché qui in Liguria le montagne sono troppo ripide".