Una serie di sfortunati eventi, un esperimento letterario

Netflix inizia l'anno nuovo con una serie strana e sperimentale, che punta sulla meta-narrazione e un'estetica molto riuscita. Ma attenti a dove guardate, per evitare delusioni.

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a cura di Andrea Balena

I prodotti Original Netflix si distinguono per l'ampia varietà di storie e tematiche trattate, senza particolari limiti e restrizioni. Dopo prodotti particolarmente coraggiosi come Stranger Things e The OA, la compagnia di Los Gatos ha pubblicato Una serie di sfortunati eventi, diretta trasposizione della saga letteraria dark fantasy per bambini di Lemony Snicket (pseudonimo letterario di Daniel Handler, qui in veste di produttore esecutivo), già soggetto di un adattamento al cinema con Jim Carrey nel 2004.

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Si tratta di una serie ben lontana dai canoni della narrazione televisiva, per via della particolare natura dei romanzi: lo spettatore viene introdotto alla storia degli orfani Baudelaire dalla calma e profonda voce dello stesso Lemony (qui interpretato da Patrick Warbuton). Dopo aver perso i genitori nell'incendio della loro villa, per ordine testamentario i tre bambini si devono trasferire dal parente più prossimo. Ma il tutore a cui vengono affidati si rivela il viscido Conte Olaf (il leggendario Neil Patrick Harris), attore fallito di teatro che vive in una casa diroccata. Diventa da subito chiaro il suo fine: mettere le mani sull'immensa eredità dei Baudelaire, bloccata solo dalla giovane età dei tre fratelli.

Nonostante il canovaccio degli episodi sia decisamente classico - i fratelli viaggiano da un tutore all'altro e il conte Olaf mette in atto assurdi piani per catturarli - il vero intrattenimento per lo spettatore risiede nella struttura intrinseca delle storie: Snicket è quasi sempre presente sulla scena a commentare gli sviluppi con sagacia e una punta di cinismo, e fornisce anticipazioni sugli avvenimenti futuri. Il montaggio si piega al volere dell'autore, riavvolgendo le storie o mostrandole sotto punti di vista differenti. I dialoghi dello show sono stati scritti sfruttando in chiave sarcastica numerosi cliché narrativi, con logorroiche spiegazioni dei piani del cattivo da parte dei giovani eroi. Rimane unico il personaggio di Olaf, la reale colonna portante dello show, che sfonda la quarta parete con le sue allusioni, spesso rivolte allo stesso utente di Netflix.

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L'estetica è un altro tassello interessante dello show, grazie ad ambientazioni gotiche (simili alla versione cinematografica) che richiamano molto lo stile del regista Tim Burton e anche una messa in scena molto ordinata, simmetrica e ricca di dettagli, che sembra prendere ispirazione dai visionari film di Wes Anderson. Ogni inquadratura regala molti particolari e oggetti d'interesse per il prosieguo della trama orizzontale, la quale si delinea pian piano con finali cliffhanger per sorprendere lo spettatore sin dalla prima puntata. Tali finali operano un cambiamento sostanziale della trama dei libri che potrebbe far storcere il naso ai fan, che invece dovrebbero dare tempo alla storia di svilupparsi.

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Prima ancora che la serie fosse pubblicata, molti appassionati del settore erano interessati a valutare il lavoro di Neil Patrick Harris nei panni dell'iconico Conte, grazie al quale la storia deve molto del suo appeal. L'attore divenuto famoso con How I Met Your Mother riconferma la sua bravura regalando al personaggio il suo caratteristico atteggiamento istrionico, con una mimica corporale che deriva dalla formazione di attore di musical a Broadway e che sboccia negli assurdi travestimenti con cui tenta di avvicinarsi ogni volta ai Baudelaire.

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La visione scorre liscia e senza intoppi e può essere facilmente fruita anche dai più piccoli e dai fan del materiale originale, che adoreranno lo stile da favola gotica. Vale purtroppo il discorso opposto per gli spettatori più grandicelli: se non apprezzate il gioco e i continui ammiccamenti meta-narrativi, rischiate di trovare la trama ripetitiva e noiosa dopo poche puntate. La serie è già stata rinnovata per una seconda stagione, per un progetto in tre stagioni volto a coprire tutti i tredici libri della saga. Un inizio forse non perfetto ma sicuramente interessante per la nuova annata degli Original Netflix.