Un'altra tegola per il Brexit: la fine del roaming UE

Il Regno Unito godrà della fine del roaming UE fino a quando non sarà completato il Brexit, dopodiché sarà costretto a negoziare con Bruxelles.

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a cura di Dario D'Elia

Dopo la Brexit anche la fine del roaming europeo sarà oggetto di confronto tra Londra e Bruxelles.Andrus Ansip, vice presidente della Commissione UE al mercato digitale, ha confermato che l'azzeramento del roaming da giugno sarà valido anche per il Regno Unito ma quando il suo divorzio comunitario sarà ufficialmente completato decadrà immediatamente e bisognerà negoziare.

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"È abbastanza facile andarsene, ma quelli che se ne vanno devono pensare anche che ci saranno delle conseguenze", ha dichiarato Ansip. "Se non ci sarà un accordo verrà meno la protezione e il flusso dei dati, vediamo se queste persone saranno contente".

In pratica le telco inglesi saranno costrette a pagare il roaming extra-nazionale con tariffe più alte rispetto a quelle all'ingrosso imposte da Bruxelles.

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E questo è solo uno dei temi sul tavolo, perché c'è anche la questione del geoblocking all'accesso di abbonamenti a film e musica, nonché la portabilità dei contenuti. Il Regno Unito potrebbe ritrovarsi fuori dalla rivoluzione del mercato unico digitale, pagando a caro prezzo gli effetti collaterali su tariffe e accesso ai servizi comunitari.

Andrus Ansip, vice presidente della Commissione UE
Andrus Ansip, vice presidente della Commissione UE

Insomma, i cittadini britannici rischiano di essere esclusi dai benefici che un grande mercato unico potrà fornire.

Comprensibile comunque che al momento vi siano problemi più pressanti per il Governo inglese. Su tutti il conto da 100 miliardi di euro che secondo le indiscrezioni captate dal Financial Times potrebbe dover essere saldato per uscire dalla UE. Il Segretario di Stato David Davis ha assicurato che Londra farà tutto "in modo corretto, ci assumeremo le nostre responsabilità. Ma dobbiamo discutere nel dettaglio quelli che sono i diritti e gli obblighi. Rispetteremo i nostri obblighi internazionali, ma accanto a quelli, tra attività e passività, ci saranno anche i nostri diritti, non solo quello che la Commissione vuole".